Le ultime 24 ore sono state entusiasmanti per Ethereum, che in una giornata non esattamente positiva per il comparto – con BTC che continua ad avere qualche difficoltà – si è confermato sopra il livello soglia di 2.100$.
Ma non sono queste le uniche buone notizie che arrivano dall’ecosistema fondato da Vitalik Buterin. Siamo infatti vicinissimi al raggiungimento di 6 milioni di Ethereum in staking sulla testnet che porta avanti la versione 2.0 del protocollo, quella che per intenderci traghetterà Ethereum verso la validazione in Proof-of-Stake.
Un risultato incredibile – soltanto pochi giorni fa era stata superata la soglia dei 5 milioni – per un controvalore a mercato che ora supera i 12 miliardi di dollari. Segno che sono in moltissimi – in particolare tra i grandi investitori – a credere nel progetto.
Una notizia che delinea un futuro rialzista per Ethereum – sul quale possiamo puntare tramite la piattaforma cripto Capital.com (qui per un conto dimostrativo gratuito e illimitato) – intermediario con a listino 235+ criptovalute – e con l’esclusiva intelligenza artificiale per l’analisi del portafoglio. Sempre da Capital.com troviamo anche MetaTrader 4, il servizio di segnali Trading Central e anche TradingView – il tutto con soli 20 euro di investimento minimo.
Quanto ETH sono in staking e cosa vuol dire per il protocollo?
Siamo vicinissimi alla soglia dei 6 milioni di coin Ethereum che sono in staking sulla testnet che poi verrà riunita con la rete principale. Questo vuol dire che i detentori di una somma così importante di coin hanno deciso di bloccarli in cambio di ricompense (che per ora si aggirano intorno al 6%) che verranno però ricevute soltanto quando il passaggio sarà definitivo.
Un’iniezione di fiducia enorme verso un passaggio che in molti ritenevano complicato ed incerto. Perché come abbiamo già detto in altri speciali dedicati a questo momento storico per Ethereum, le ricompense e i coin depositati potranno essere riscattati soltanto quando il passaggio sarà definitivo.
Con il rischio, che a questo punto sembrerebbe essere piuttosto remoto, che se il passaggio non dovesse mai avvenire, i coin andrebbero persi per sempre. Non è dunque soltanto il desiderio di guadagno a portare in moltissimi (parliamo di oltre 140.000 validator con un minimo di 32 ETH in staking) a depositare i loro coin. Che nel frattempo non potranno neanche essere venduti, cosa che per l’appunto conferma l’estrema fiducia di chi sta procedendo con questa operazione.
Perché il passaggio a Proof-of-Stake?
Ethereum oggi funziona in modo simile a Bitcoin – seppure con le debite differenze – per quanto riguarda la validazione delle transazioni e la creazione di nuovi coin. Servono dei calcoli complicatissimi, risolti i quali si ricevono delle ricompense. Un sistema molto sicuro – in particolare quando l’hashrate complessivo del protocollo è così alto – ma che rende il sistema anche più costoso da utilizzare e più lento nell’approvare transazioni.
Se per BTC non vi è almeno per il momento neanche la possibilità di discutere del passaggio ad un’altra modalità di validazione – nel caso di Ethereum in realtà i lavori sono già a buon punto – e una volta terminata la fase di test si utilizzerà un protocollo PoS, dove – per farla breve – a validare le transazioni saranno i nodi che hanno bloccato sulla piattaforma i coin ETH. Un sistema maggiormente scalabile – e interessantissimo per ETH se vorrà mantenersi al vertice del comparto per quanto riguarda la finanza decentralizzata.
Come si ripercuote questa operazione sul prezzo di Ethereum?
In realtà non si tratta di una forza in grado di modificare l’andamento di Ethereum sul breve e brevissimo periodo. Al tempo stesso però rendere l’offerta di Ethereum più ridotta, dato che ce ne sono meno sul mercato che possono essere venduti.
Si tratta pertanto di una situazione potenzialmente rialzista, sulla quale abbiamo puntato anche noi. Perché gli Ethereum che produciamo con le macchine in mining nella nostra redazione finiscono direttamente in staking – a supporto di quello che sarà un cambiamento epocale nella storia del protocollo.