Il barbatrucco con metaverse e stablecoin non salverà Facebook. O almeno, questo è quanto sembrerebbe essere emerso dalle earning calls del gruppo guidato da Mark Zuckerberg ieri, con il gruppo del più grande social network al mondo in enorme sofferenza, tanto in borsa quanto invece in termini di libri contabili.
No, non siamo ad un passo dal fallimento, ma comunque davanti ad una vittoria del mondo della decentralizzazione vera contro uno dei più grandi vettori di centralizzazione nell’era di Internet. Non basterà indossare l’abito della blockchain per presentarsi ad investitori e utenti come forza di innovazione.
Andamento, quello di Facebook, che riteniamo essere bullish verso il movimento cripto – a partire da Bitcoin. Investire in cripto può essere letto come uno short di tutto il mondo centralizzato. Possiamo farlo con la piattaforma sicura eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP anche per il TRADING AUTOMATICO – intermediario che ci propone la possibilità di fare trading su 43+ cripto e anche di utilizzare strumenti unici fintech.
Abbiamo a disposizione in via esclusiva il CopyTrader per la copia delle posizioni dei migliori trader o per spiare nei loro portafogli. Abbiamo a disposizione anche gli Smart Portofolios, di cui uno anche su metaverse veri – in stile ETF ma senza commissioni aggiuntive. Con 100$ possiamo passare al conto reale.
Flop Facebook: le trimestrali non credono alla rivoluzione su chain
Quanto Facebook sta provando a fare da qualche tempo dovrebbe essere ormai chiaro a tutti. Il gruppo ha infatti cercato di strizzare l’occhio ad alcune delle novità tecnologiche che arrivano dal mondo della blockchain e dei cripto-asset.
La realtà però, a stretto giro di posta,il bluff sembra essere già arrivato al capolinea. Di Diem/Libra possiamo già parlare al passato, con gli asset e le proprietà intellettuali che sarebbero state cedute già a Silvergate, che proverà a tirarne fuori il proprio stablecoin. Operazione relativamente semplice per quest’ultimo gruppo, che è dotato di licenza bancaria.
Anche il tanto riposizionamento nei metaverse su chain non sembrerebbe aver sortito gli effetti sperati. Mancano ancora tanti, forse troppi dettagli, mentre gli utenti, le interazioni e la rilevanza del gruppo continuano a perdere terreno.
Una lezione durissima per il mondo centralizzato del web di vecchia generazione, per un’azienda che ha sempre fatto dei propri clienti anche degli asset e delle loro preferenze e informazioni personali merce di scambio. E quando ci si costruisce una reputazione di questo tipo, è dura, forse durissima, spacciarsi per altro cambiando nome.
Aveva ragione Jack Dorsey? La legge del contrappasso di Bitcoin
Curioso mettere in prospettiva le parole di Jack Dorsey, che aveva invitato l’azienda ad interessarsi a Bitcoin, lasciando perdere esperimenti legati a stablecoin centralizzati.
L’ex leader di Twitter, che come social network non ha mai avuto la portata di Facebook né gli introiti, si sta godendo una meritata rivincita. Sia nei confronti di Facebook, sia nei confronti di Mark Zuckerberg, in quello che per $FB è uno dei peggiori momenti di sempre.
Non solo finanza di breve: è il modello centralizzato ad essere in crisi
E lo mettiamo nero su bianco, permettendo così a tutti di sbugiardarci tra qualche tempo. La crisi di Facebook è anche la crisi di un modello ultra-centralizzato, anche quando questo prova a imboscarsi tra le novità che invece parlano di decentralizzazione.
Non basterà a Facebook truccarsi da novità, non basterà alla società di Zuckerberg cavalcare l’onda della blockchain e delle cripto, re-immaginarla in chiave centarlizzata e spacciarla per novità per attraversare un momento di crisi di queste proporzioni.
Che sia di lezione anche a tutte quelle aziende che pensano di poter prendere senza restituire nulla all’enorme rivoluzione che sta partendo altrove. E che altrove continuerà a svilupparsi. Che si tratti di metodi di pagamento e di conservazione della ricchezza – sì, Bitcoin è già pronto – sia che si tratti di esperienze ludiche come quelle dei metaverse.
Gli utenti continueranno a preferire i mondi come quello di Decentraland o The Sandbox, per quanto forse non al massimo livello di decentralizzazione, a chi invece vuole sfruttare la moda per spacciarsi come innovativo.
Facebook??ma cos’è???mai sentito prima😉🙃
Io propongo una canzone come inno a bitcoin.
Talking about a revolution di Tracy Chapman.
Per chi vede bitcoin nella sua vera essenza e non solo come investimento, fonte di guadagno e di ricchezza.
Quindi non ho capito da valore a BBC questa notizia?