Andata e ritorno dal paradiso. Bitcoin recupera in mattinata i 45.000$, poi subisce un crollo verticale a causa dei pessimi dati sull’inflazione e, ulteriore colpo di scena, riparte verso i 45.000$.
Una situazione sui mercati completamente folle, innescata da quelli che sono i dati sull’inflazione USA che battono al rialzo le aspettative, innescando prima un ciclo di vendite, poi un rapido rimbalzo dell’intero comparto, cosa che è avvenuta in parallelo anche su quelli che sono i mercati azionari.
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Inflazione più alta delle (già alte) attese: ecco cosa succede sui mercati
I dati sono arrivati poco prima dell’apertura delle negoziazioni al NYSE e al NASDAQ. Inflazione YoY, ovvero anno su anno, del 7,5%, con un incremento invece mese su mese dello 0,6%. Niente di più spaventoso per i mercati. Non direttamente, ma per quanto in realtà potrebbe innescare per mano di FED.
La Banca Centrale degli USA avrebbe infatti la necessità, di fronte ad un dato così impietoso, di intervenire in modo più forte di quanto si era lasciato intendere soltanto poche settimane fa, causando una maggiore contrazione sull’economia tramite rialzo dei tassi e di riduzione degli acquisti di titoli di stato.
Manovre che puntano a drenare liquidità dai mercati e che dunque tendono a far abbassare il valore degli asset. Il grafico che riportiamo dimostra come SPX500, l’indice più rappresentativo della borsa USA e Bitcoin si siano in realtà mossi all’unisono, seguendo quella che è una reazione classica dei mercati di fronte a questo tipo di notizie.
Tutto è perduto? Niente affatto, perché in realtà i mercati hanno rimbalzato a circa 30 minuti dalla loro apertura, trascinandosi ancora una volta dietro Bitcoin e il resto del comparto delle criptovalute. Ci si è riavvicinati a quota 45.000$, all’interno però di una giornata che rimarrà assolutamente volatile e imprevedibile.
Inflazione completamente fuori controllo, ma le banche centrali…
L’inflazione sembrerebbe essere completamente fuori controllo, con le minacce delle banche centrali di passare ad una stretta che dovrebbero presto passare ad essere realtà. Guggenheim ha parlato di almeno mezzo punto percentuale di rialzo dei tassi in marzo – cosa che a nostro avviso però è stata già scontata dai mercati.
Rimane poi un’altra parte della storia che in pochi sembrano aver voglia di discutere – se è vero che le banche centrali hanno almeno in parte gli strumenti per limitare l’inflazione, è altrettanto vero che la situazione dei debiti pubblici lega loro le mani.
Cosa succederebbe, pensiamo all’Europa, ai debiti pubblici di Italia** e Spagna con una situazione di tassi più alti? Sarebbero sostenibili? La risposta che nessuno vorrebbe sentire è… probabilmente no.
In una situazione del genere pensare a politiche hawkish da parte delle banche centrali sembrerebbe essere assurdo. Sarà necessario un equilibrismo forse impossibile anche per le economie più solide, senza che una via di uscita chiara sia, almeno a questo punto, disponibile.
Cosa significa questo per il mercato delle cripto?
Sebbene la correlazione non sia costante, in presenza di questi importanti eventi di mercato la correlazione diventa quasi di 1:1, come d’altronde abbiamo dimostrato poco sopra con il grafico allegato.
I mercati continueranno ad essere incerti? Con ogni probabilità sì, anche se Bitcoin sembrerebbe avere qualche cartuccia in più da sparare rispetto ad esempio al settore delle azioni tech.
La situazione andrà analizzata giorno per giorno, cosa che ci impegneremo a fare anche sulle pagine di Criptovaluta.it – rimanendo al passo con le evoluzioni di una situazione economica globale di grande incertezza. Il fatto di vedere comunque Bitcoin sopra i 45.000$ in situazioni del genere è di grande, grandissimo aiuto.