Il 2022 sarà l’anno della regolamentazione delle criptovalute e dei business che ci ruotano intorno in tutto il mondo? È ancora difficile rispondere ad un quesito di questo tipo, ma tutto sembrerebbe puntare in questa direzione.
Le ultime notizie a riguardo arrivano dal Canada, dove i Conservatori – e quindi il partito attualmente all’opposizione – sta facendo pressioni su Justin Trudeau affinché inizi a prendere sul serio il mondo cripto. L’obiettivo, come vedremo più avanti, sarà quello di offrire un framework legislativo molto chiaro per tutto il settore.
Notizia bullish? Assolutamente sì, perché l’intenzione di chi fa pressione sarebbe di creare un ambiente favorevole al mondo cripto in Canada. Possiamo investire su questa notizia sulla piattaforma sicura eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito al 100% con funzionalità PREMIUM – intermediario che ci permette di investire su 49+ criptovalute, scelte tra quelle di migliore prospettiva per il settore.
Siamo davanti ad un intermediario unico nel suo genere, dato che ci permette di investire anche con strumenti di trading automatico. Tramite i servizi fintech abbiamo infatti il CopyTrader per la copia dei migliori trader sulla piattaforma. Con 100$ possiamo passare ad un conto reale.
Cosa succede in Canada? Potrebbe essere una riedizione della questione americana
A proporre una regolamentazione aperta del mondo di Bitcoin sono stati i conservatori, quella che da noi verrebbe ritenuta destra economica. Un po’ come sta avvenendo negli USA, dove a sostenere un approccio più aperto al mondo delle criptovalute sono personaggi provenienti dal Partito Repubblicano.
L’intenzione sarebbe quella di fare del Canada un hub in grado di corteggiare il crescente business che ruota intorno a blockchain e Criptovalute, magari con una legislazione ad hoc che renda il paese più appetibile. Tutto questo utilizzato anche come grimaldello politico, proprio come sta avvenendo negli Stati Uniti.
Da un lato i Dem o Labour in Canada, e dall’altro invece la destra che prova a cavalcare (ma forse solo quando è all’opposizione?) il tema delle libertà economiche e di utilizzare il network monetario che una persona preferisce.
Si arriverà presto ad una soluzione… politica?
Il Canada si trova già piuttosto avanti rispetto agli USA. Ci sono diversi ETF, anche fisici, su Bitcoin senza che la locale authority per i mercati abbia da ridire. Gli investimenti sono relativamente liberi e non ha un dollaro fondamentale come quello USA da difendere.
Ci sarà da vedere in che termini si articolerà la proposta dei Conservatori – se sarà soltanto una vetrina elettorale oppure se ci sarà la vera e profonda convinzione di lasciare aperte le porte al mondo di Bitcoin, delle criptovalute e della DeFi.
Quel che è certo è che con le midterm a novembre negli USA e con altre importante tornate elettorali nei paesi economicamente sviluppati Bitcoin avrà una rilevanza sempre più grande. Sia in relazione agli investimenti, sia per tematiche di natura fiscale. E gli USA, nonostante la spinta di Miami e di altri luoghi, rischiano seriamente di perdere il treno, dopo che la Cina gli ha consegnato su un patto d’argento il grosso dei miner.