Mentre in occidente si continua a cincischiare, e mentre tra Francoforte e Washington la prima preoccupazione sembra essere quella di tutelare il dominio delle fiat currency, negli Emirati Arabi Uniti si fa diversamente.
Entro la fine di questo trimestre, e dunque entro la fine di marzo, gli Emirati inizieranno a rilasciare licenze per le società e le compagnie che offrono asset virtuali, cosa che comprenderà anche intermediari e gestori di progetti cripto, anche tra quelli legati al metaverse su chain e al mondo del gaming.
Una rivoluzione? Forse non in senso stretto, ma potrà comunque aiutare il settore a crescere, tanto finanziariamente quanto per adozione. Una notizia bullish su tutto il comparto, sulla quale poter investire anche con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratis con il TOP degli strumenti finanziari – intermediario che anche nei comparti cripto più moderni offre strumenti all’avanguardia.
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Gli Emirati Arabi Uniti: storia di un futuro hub finanziario mondiale?
Gli Emirati si sono già conquistati, nel giro di pochi anni, uno status invidiabile nel panorama finanziario mondiale. Non sono soltanto i proventi del petrolio, ma anche l’apertura ad una finanza fatta di poche e chiare regole. Ha funzionato nel mondo della finanza classica e con ogni probabilità funzionerà anche per il mondo cripto e della finanza decentralizzata.
Almeno questa sembrerebbe essere l’idea a Dubai e dintorni, dato che entro la fine del prossimo mese il governo locale inizierà a rilasciare licenze che permetteranno alle società che gravitano intorno al mondo dei cripto asset e degli asset digitali di operare nel paese – e di farne anche loro sede principale.
Una mossa che, lo ricorderanno i nostri lettori, ha coinvolto anche Binance, che qualche settimana fa aveva fatto sapere di essere in stretto contatto con le autorità di Dubai proprio al fine di partorire un framework legislativo chiaro e che avrebbe attratto nuovi business verso gli Emirati.
Il tutto con un mercato che è stato servito agli Emirati Arabi su un piatto d’argento, all’interno di un’organizzazione politica con tasse molto basse e una libertà molto più ampia di fare impresa. Cosa che potrebbe attirare anche business già solidi, che potrebbero trasferirsi con la loro sede centrale.
Una notizia comunque bullish per tutto il comparto
Si tratta senza mezzi termini e senza alcun tipo di dubbio di una notizia bullish per tutto il comparto delle criptovalute, comprese quelle che ad esempio ruotano intorno al gaming su chain, perché ci sarà un safe harbor per tutte le imprese del settore.
Un porto sicuro nel quale sviluppare il proprio business, senza temere ritorsioni dei regolatori. Un assurdo, se ci permettete un commento, che sia stato servito così facilmente a realtà altrimenti periferiche dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, ancora troppo concentrate a vedere come poter mungere fiscalmente un settore che vale migliaia di miliardi. Perdendo però così il treno di una rivoluzione storica.
C’è chi pensa e c’è chi agisce senza a pensare come agisce grande Capo e primavera araba?
Dubai è diventata una potenza non grazie a “poche e chiare regole” ma grazie a nessuna regola. Mafiosi russi, mercanti di armi, signori della guerra africani… Tutti usano Dubai per pulire e riciclare denaro sporco. Nessuno chiede la provenienza dei capitali che entrano nell’emirato. Non mi sembra il luogo ideale per operazioni finanziarie “trasparenti”.
Grz
Vorrei essere aggiornato su questo mondo.