Per Bitcoin si chiude una settimana molto interessante, tra nuove minacce e FUD e prezzo che invece ormai sembrerebbe essersi stabilizzato ampiamente sopra i 45.000$. Una settimana che ci ha visto parlare di Greenpeace, ma anche di Goldman Sachs e della LFG.
Tutto questo mentre il mondo finanziario in generale cerca di guadagnare una sua stabilità, dopo che inflazione e guerra sembrano essere state ampiamente scontate quantomeno dalle piazze USA. Una buona situazione per Bitcoin nel complesso?
A nostro avviso sì, come emergerà più chiaramente dalla nostra striscia di analisi domenicale. Chi vuole investire su $BTC può trovarlo sulla piattaforma di investimento sicura eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli strumenti – piattaforma che offre nel complesso 59+ cripto asset all’interno di un listino complessivo di +4.000 titoli finanziari.
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La settimana di Bitcoin tra Goldman Sachs, Greenpeace e nuovi indici
Proposte di cambi di protocollo, apertura delle più grande banche d’affari del mondo e nuovi indici in Italia. In meno di una settimana sono cambiate molte cose nell’universo di Bitcoin, tutte che potranno avere un impatto importante nel futuro finanziario di $BTC. Tra vecchi e nuovi nemici, che questa volta a nostro avviso non hanno alcuna possibilità di spuntarla. Ma procediamo con ordine.
L’attacco spuntato di Greenpeace a Bitcoin
È stata una delle notizie della settimana e ne abbiamo già parlato sulle nostre pagine. Greenpeace, con la partecipazione finanziaria di uno dei co-fondatori di Ripple ha lanciato una campagna dal nome Change the Code, Not the Climate, corredato da tutta una serie di informazioni false e tendenziose sull’effettivo consumo e sulle effettive conseguenze sull’ambiente del network di Bitcoin.
Obiettivo della campagna è quello di portare Bitcoin ad un sistema di validazione PoS, cosa che snaturerebbe completamente la natura stessa di Bitcoin e, de facto, lo neutralizzerebbe.
Abbiamo anche commentato il contenuto dell’iniziativa con Federico Rivi, smontando insieme e punto per punto le critiche mosse da Greenpeace ed evidenziando la strumentalità dell’attacco. I mercati, tra le altre cose, sembrerebbero essere d’accordo con noi, dato che non hanno reagito affatto a questa notizia, ignorando bellamente le invettive della più importante ONG ambientalista al mondo.
In Europa tira aria di censura, anche per Bitcoin
Pochi giorni fa avevamo festeggiato il fallimento dell’attacco contro la Proof of Work sempre in seno al Parlamento Europeo. Durante i festeggiamenti, se così possiamo chiamarli, avevamo però anche avvisato sulle prossime criticità che si sarebbero presentate sempre in quel di Bruxelles.
E purtroppo avevamo ragione anche qui: il Parlamento Europeo è tornato alla carica e ha approvato in una sessione congiunta delle commissioni ECON e LIBE una sorta di travel rule per i wallet unhosted. In sintesi gli exchange dovranno certificarsi dell’identità del possessore dei wallet verso i quali vengono trasferiti fondi. Una mossa particolarmente miope, probabilmente di difficile applicazione e che mette in pericolo l’intera industria in Europa.
C’è ancora tempo per lottare contro questa nuova normativa e ci sono ancora molte battaglie da combattere. Noi come Criptovaluta.it ci siamo già schierati senza mezzi termini e avremo modo di tornare sulla vicenda anche nel corso della prossima settimana. Anche qui i mercati non sembrano però aver accusato granché il colpo. Segno che nella forza di Bitcoin credono anche gli speculatori duri e puri.
19.000.000 di Bitcoin già minati
È stata anche la settimana durante la quale è stato minato il 19.000.000 Bitcoin. All’appello ne mancano ora soltanto 2 milioni, seguendo quello che è lo schema di emissione monetaria controllata implementato da Satoshi Nakamoto.
È una questione simbolica in termini numerici, ma di enorme importanza per il funzionamento di questo esperimento monetario: arrivati a 21 milioni di Bitcoin estratti, non ne potranno essere prodotti più. E data la settimana complicata che ci stiamo lasciati alle spalle, è stato anche un momento per ricordare a tutti che, nonostante gli attacchi scomposti dei suoi nemici, Bitcoin continua a funzionare esattamente come era stato concepito per funzionare.
La prossima settimana di Bitcoin: cosa aspettarsi?
Sicuramente un buon aprile, con l’interesse nei confronti di BTC che continua a crescere su più fronti. Goldman Sachs ha recentemente aperto agli investimenti diretti in Bitcoin tramite le sue infrastrutture, con un servizio che dovrebbe essere attivo già tra qualche settimana.
I segnali, almeno per il medio e lungo periodo, puntano tutti in una direzione piuttosto chiara: potremmo essere all’inizio dell’iperbitcoinizzazione, ovvero ad un mondo nel quale $BTC diventerà davvero valuta internazionale di riferimento. Per molti un sogno, per altri un’utopia e per i tanti nemici di Bitcoin un incubo nel senso più autentico della parola. Ma come sappiamo la rule of law di $BTC offre tutti gli strumenti per resistere, tanto alle norme restrittive dei parlamenti quanto invece agli attacchi strumentali di associazioni ambientaliste.
buongiorno vi seguo sempre con intaresse…per quanto riguarda le restrizioni ai wallet non collegati agli exchange nella peggiore delle ipotesi cosa potrebbe succedere ad esempio a Daedalus il wallet di ada cardano??? sarebbe bellissimo se voi potreste dire come muoversi così che chi è coinvolto sappia già cosa fare come contromossa… mi viene in mente anche metamask…sempre nella peggiore delle ipotesi converrebbe spostare ad esempio da daedalus a binance? insomma secondo me è un argomento molto interessante e molto importante.. grazie mille per i vostri contributi…