Il governo sloveno prova a spingere sul gas dell’adozione delle criptovalute, quantomeno partendo dagli investitori a caccia di livelli di tasse molto bassi. E lo fa proponendo, ieri, una flat tax sulle criptovalute che renderebbe il paese confinante con l’Italia uno dei più competitivi su scala mondiale.
Un’ottima notizia proprio mentre un cappello normativo UE renderà, se così approvato, tutto l’apparato cripto molto meno appetibile per chi è residente in Europa o vi opera.
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La Slovenia punta su una flat tax sul mondo cripto
E si tratta di un’ottima notizia, in particolare in un Europa che viene accusata di essere troppo vorace in termini di tassazione, anche sull’aspetto maggiormente legato al trading. Chi realizza delle ottime plusvalenze magari tramite Bitcoin o altre cripto si trova a pagare sensibilmente di più rispetto al grosso delle giurisdizioni extra-UE.
La Slovenia vorrebbe agire su due fronti, con il primo che è ovviamente quello della tassazione. Il paese che è nostro confinante punterà infatti ad una flat tax del 5%, alla quale va ad aggiungersi anche una soglia di tolleranza a 10.000€.
Ovvero sotto i 10.000€ non dovremo pagare nulla. E il 5% dovrà essere calcolato soltanto sull’eccedenza. Per molti dei piccoli cripto-investitori questo vorrebbe dire concretamente un tax rate di molto inferiore al 5%. E anche per chi guadagna cifre da capogiro si tratterebbe di un livello di tassazione molto interessante.
Il tutto ovviamente calcolato al momento della vendita, ovvero alla liquidazione degli asset e non soltanto su guadagni presunti, cosa che renderebbe l’intero impianto decisamente poco praticabile.
Cosa farà l’Italia? E il resto d’Europa?
Ne abbiamo parlato ieri anche con l’On. Zanichelli, che ci ha ricordato come in realtà anche all’interno dell’UE ci sarà competizione, fiscale e normativa, sul mondo di Bitcoin e delle criptovalute. Cosa che la realtà si è preoccupata di confermare a stretto giro di posta, con questa iniziativa della Slovenia.
Se effettivamente dovesse entrare in vigore una normativa del genere, che fa parte di un pacchetto di semplificazioni per l’intero settore, come risponderanno gli altri paesi? Si lasceranno scappare investitori ed appassionati, attirati da questa tassazione di favore?
Oppure dovranno rispondere al fuoco, cercando di offrire condizioni altrettanto vantaggiose? Fateci sapere la vostra, dato che già ieri sera avete partecipato numerosi ed espresso le vostre preoccupazioni per lo stato del settore in Europa.
Le prime risposte arrivano dalla Slovenia. L’Italia è pronta per raccogliere la sfida? In molti ne dubitano, ma mai dire mai. Bitcoin e il mondo cripto ci ha abituato a cambi molto repentini dello status quo.
In Italia esiste già, è il 26% sulla plusvalenza. Quindi.. se qualcuno si arricchisce.. residenza immediata in Slovenia.