La regolamentazione degli exchange, ovvero di quelle piattaforme, simili alle “borse” tradizionali, in cui è possibile negoziare le criptovalute, è uno dei “tarli” della maggior parte delle authority globali. E, d’altronde, è sufficiente dare uno sguardo ai comportamenti dei vari governi dentro e fuori l’Europa per poter comprendere quanto possa essere vario e diversificato l’approccio utilizzato.
Ma esiste una soluzione preferenziale? In che modo tutelare i risparmiatori e gli investitori, senza però scoraggiare l’evoluzione del settore?
Il documento di consultazione
A pensarci su è il Canada, le cui authority di regolamentazione dei mercati e dei servizi finanziari (CSA e IIROC) hanno pubblicato un documento di consultazione attraverso cui domandare alla community finanziaria in che modo poter predisporre dei requisiti normativi e un quadro disciplinare da applicare agli exchange di criptovaluta.
Come viene sancito dal documento, infatti, l’approdo di questo settore è un’area di grande interesse, di rilevante innovazione e – purtroppo – ancora di profonda opacità. Ne deriva che occorre fare chiarezza al mercato su quali requisiti normativi dovrebbero essere applicati agli exchange, avendo bene in mente l’obiettivo finale della maggiore protezione degli investitori.
Exchange come borse
L’orientamento che sta gradualmente divenendo quello preferenziale è legato alla possibilità di rendere le criptovalute equivalenti ai valori mobiliari. Dunque, gli exchange, al cui interno vengono negoziate le criptovalute, finirebbero con essere accomunate alle borse in cui negoziare titoli e/o derivati.
Evidentemente, una simile riconduzione non può che indurre il mercato in un’ottica particolarmente stringente e… non particolarmente gradita a molti osservatori, che ritengono come in realtà gli exchange non possano essere accomunati a delle borse tradizionali, essendo invece degli strumenti ibridi che hanno le stesse caratteristiche di agenzie di compensazione e sistemi alternativi di negoziazione.
Ne deriva che, sostengono alcuni analisti, le authority dovrebbero cercare di predisporre delle regole personalizzate su questo operatore dalle specificità “uniche”. Sarà così?