Ripple investirà 100 milioni di dollari in carbon credits, per combattere il cambiamento climatico. L’iniziativa della blockchain si inserisce in un momento storico in cui l’attenzione dei governi verso l’ambiente è massima. Ancora, l’operazione si inserisce coerentemente in un ecosistema che fa dell’efficienza energetica uno dei suoi cavalli di battaglia.
A contorno del lodevole atto di amore per il pianeta, l’organizzazione di Chris Larsen e soci non perde occasione per attaccare Bitcoin proprio sul piano della sostenibilità ambientale. Storia già sentita, più di una volta e da più voci: si tratta dell’ennesimo attacco strumentale a $BTC o quelli di $XRP hanno davvero trovato l’eco-soluzione ai problemi del pianeta?
La notizia comunque avrà un impatto importante sulle pubbliche relazioni di Ripple, anche tenendo conto della causa che si avvia, pare, alla sua ovvia conclusione. Possiamo investirci con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli strumenti finanziari – intermediario che ci permette di investire al top su 63+ cripto.
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Ripple contro Bitcoin: compra 100 milioni di crediti CO2
Ci risiamo. Bitcoin finisce di nuovo nel mirino di sistemi che fanno del basso impatto il loro cavallo di battaglia. Ci perdonino ai piani alti di Ripple se racconteremo la loro virtuosa iniziativa nelle prossime righe, dopo questa necessaria premessa. Non lo facciamo per sminuire il lodevole operato della greenchain, ma solo per ribadire un concetto a noi caro: gli attacchi gratuiti lasciano il tempo che trovano.
Come promesso, ecco i fatti. Ripple spenderà $ 100.000.000 per combattere il cambiamento climatico, e lo farà acquistando crediti di aziende virtuose sotto il profilo ambientale. Ma c’è di più: l’efficientissima blockchain starebbe sviluppando una tecnologia che permetterà di tokenizzare i crediti C02.
Non ci è ancora chiaro come l’acquisto di crediti da parte di aziende che hanno ricevuto crediti perché meno inquinanti di altre, possa eliminare dall’atmosfera la CO2 in eccesso, ma la cosa è la moda del momento, quindi diamo fiducia agli evergreen di Brad Garlinghouse.
Il CEO di Ripple, sottolineando il carattere ecologico della sua azienda, non molto tempo fa aveva sostenuto che una transazione Bitcoin consumerebbe qualcosa come 75 galloni di benzina, l’equivalente di 284 litri circa. Chi conosce il funzionamento di Bitcoin sa bene che la stima è piuttosto… campata in aria, ma andiamo comunque avanti e cerchiamo di seguire i voli pindarici dell’ennesimo attacco green a $BTC.
La lotta (falsa?) per l’ecologia a suon di milioni
Quindi, ricapitoliamo: Ripple investirà 100 milioni di dollari per combattere concretamente il riscaldamento globale, il cambiamento climatico e perché no, fame nel mondo e qualche altra piaga sociale a scelta dell’acquirente. Il tono da televendita lo offriamo noi.
Di concreto tuttavia, nell’operazione crediamo ci sia poco, perlomeno in termini di effettivo beneficio all’ambiente. Così come di concreto c’è poco o nulla nel FUD che diversi attori internazionali hanno rivolto a Bitcoin nel corso del tempo. Ne abbiamo parlato in più di un’occasione, qui trovate un report dettagliato sulle effettive emissioni di Bitcoin.
Un’organizzazione tra le altre, ad essersi resa protagonista di un attacco rilevatosi davvero poco credibile, non ci dispiace a dirlo, è stata Greenpeace.
Un’altra cosa che non ci dispiace dire, è che in quell’occasione la coperta mediatica si è rivelata ahinoi troppo corta: con gli ambientalisti intenti a coprirsi la testa (leggasi: le orecchie), si sono inavvertitamente scoperti in basso. E chi ti spunta fuori da sotto, o meglio da dietro? Quel buontempone di Chris Larsen, contante alla mano, intento a finanziare gli illuminati studi di Greenpeace.
Ma si, sarà stato un caso: in Ripple non ce l’hanno con Bitcoin, non ne hanno bisogno. Così come Bitcoin non ha bisogno di regolatori, per citare quello che è ormai un meme a tutti gli effetti dalle parti di Criptovaluta.it. E così come non ha bisogno di presentazioni chi invece sostiene che Bitcoin non inquina, perlomeno non nei termini proposti da Larsen e co. Con Ripple che però, è il caso di dirlo, probabilmente troverà sponde in questa sua mossa che potrebbero avere anche dei riflessi interessanti sul mercato.