Qualche giorno fa abbiamo toccato l’argomento piuttosto controverso di Bitcoin SV, acronimo che sta per Satoshi’s Vision. Per chi non volesse andare a recuperare l’articolo precedente, ecco un piccolo riassunto: il fondatore di questa criptovaluta, Craig Wright, sostiene di essere il vero Satoshi Nakamoto e che l’intero ecosistema dell’economia decentralizzata si sarebbe corrotto per poter speculare sul progetto originario e virtuoso di Bitcoin. Bitcoin SV, abbreviata BSV, nasce dunque dall’hard fork di Bitcoin Cash nel novembre 2018 con l’idea di recuperare qui presunti valori originali ormai perduti.
Le aspre critiche di Wright ai diversi attori della crypto-economia, insieme al fatto di essersi autoproclamato Satoshi Nakamoto, hanno ben presto reso impopolare la sua figura ed il suo progetto. Così, circa dieci giorni fa, un gran numero di exchange ha iniziato a rimuovere dalle piattaforme la possibilità di negoziare BSV. Tra questi exchange anche Binance, notoriamente il principale colosso del trading crypto-to-crypto.
Avevamo promesso ai nostri lettori che saremmo ritornati a seguire questa storia, ed oggi lo facciamo raccontando gli sviluppi che la vicenda ha avuto nei giorni appena scorsi.
Critiche e avvocati
Prima di ogni altro problema, il primo ostacolo per Bitcoin SV questa settimana è stato l’eco di Binance che ha portato decine di altri exchange a prendere la stessa decisione. Detto questo, non sono mancate le critiche pesanti da parte di figure molto importanti dell’economia decentralizzata che stanno pian piano venendo denunciate dal team di legali a cui Wright si affida.
Ha cominciato il miliardario fondatore di Coingeek, principale fonte di notizie per le criptovalute al mondo. Calvin Ayre, questo è il suo nome, in un primo momento aveva appoggiato ufficialmente BSV. Adesso, invece, si rivolge a Wright con toni sprezzanti e e di forte dubbio. Il Coin Telegraph, altro grandissimo portale americano di informazione in tema crypto, ha altrettanto preso iniziativa: il suo staff ha contattato un avvocato esperto di blockchain e crittomonete di fama internazionale, Preston Byrne, che sta gestendo pro bono la raccolta di documentazione contro Wright e la sua probabile truffa.
Da ultimo, l’idea di Wright di perseguire legalmente gli autori di queste dichiarazioni sta causando ulteriore impopolarità per questo personaggio, che ormai sembra essere stato la fortuna e la rovina del suo progetto BSV.
Una finzione ben congegnata
Dal 2015 Wright aveva iniziato a preparare il terreno per fare in modo che il suo nome fosse associato all’identità di Satoshi Nakamoto. Dapprima aveva contattato due grandi testate giornalistiche, Wired e Gizmodo, fingendo di essere una fonte anonima interessata a rilasciare dichiarazioni di prima mano su chi fosse realmente il creatore di Bitcoin. Tutte le prove fornite si sono poi rivelate false.
In seguito, il successo di Wright è stato in gran parte legato a quello di un account Twitter chiamato Hodlonaut. Questo account, di cui non si conosce il nome del titolare, ha fin dall’inizio accusato Wright di essere un truffatore. In parte questo ha aumentato la fama dello sviluppatore australiano, ma per lo più ha contribuito a creare un’insurrezione organizzata contro Bitcoin SV.