Oggi abbiamo avuto in live nei nostri spazi Vito Lops de Il Sole 24 Ore, prima testata finanziaria ed economica e italiana, per un appuntamento con un giornalista che si occupa da tempo del mercato di Bitcoin e criptovalute.
Una chiacchierata di poco più di mezzora all’interno della quale abbiamo affrontato diversi argomenti caldi del momento: dalla debolezza (o no?) di Bitcoin fino alle condizioni macro molto incerte. Con qualche outlook positivo su un mercato che ottimismo ne ha più che bisogno. Situazione disastrata? Non è detto, perché in realtà…
Bitcoin ha fallito come riserva di valore?
Sì. Nel senso che non sembra ancora rivestire quel ruolo di protezione contro inflazione e crisi, il ruolo che storicamente è stato rivestito dall’oro. E questo è, per Vito Lops ma anche per chi vi scrive, segno del fatto che i mercati non abbiano ancora pienamente compreso cosa ha da offrire Bitcoin rispetto al più ampio comparto delle criptovalute.
Se per quest’ultimo è più che normale trovarsi nel calderone degli asset risk on, quelli che per intenderci si acquistano quando si è a caccia di rendimenti e i rischi non sono un problema, è completamente assurdo inserire in questo insieme $BTC, che proprio per sue caratteristiche tecnologiche ha una natura completamente diversa.
Fa piacere, aggiungiamo, che anche la stampa mainstream si stia facendo portatrice di questa istanza, ovvero della netta separazione di Bitcoin dal resto del comparto. Un movimento del quale ci facciamo portatori anche noi.
Le cripto e Bitcoin potrebbero reagire presto
I mercati hanno scontato molto e in caso di ritorno ad una semi-normalità, da valutare nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, potrebbe esserci un recupero piuttosto rapido. Da guardare molto da vicino le azioni growth, alle quali Bitcoin e il mercato della DeFi sono sempre più collegati, fino a quando non avverrà quel decoupling, ovvero la separazione degli andamenti del mercato azionario e di quello invece cripto.
Con l’avvertenza che in realtà prendere il tempo al mercato è qualcosa di impossibile o quasi anche per i più bravi: bisogna valutare con grande attenzione strategie che guardino al medio e lungo periodo sempre in attesa della ripresa (aggiungiamo noi) invece di cercare ossessivamente il momento giusto per entrare sul mercato, valutandolo al millimetro.
Una crisi mai vista prima
Quella che abbiamo davanti è una crisi davvero mai vista prima, e non per quantità di drawback ovvero di discesa dai massimi. È la situazione macro ad essere fortemente diversa da quella del 2018.
Abbiamo in primo luogo una crisi anche sui mercati esterni a quello delle cripto e di Bitcoin, situazione che quest’ultimo nella sua relativamente breve vita non si è mai trovato ad affrontare.
Dall’altro abbiamo la minaccia della stagflazione, con aumento dei prezzi importante e con livelli di crescita dell’economia nulli. Qualcosa che è il più grande incubo della politica, delle popolazioni e anche dei governi. E che si dovrà provare a scongiurare con la massima forza possibile.
Il mercato cripto è qui per rimanere
Se avessimo tenuto questa chiacchierata 4 anni fa, forse avremmo nutrito qualche dubbio sulla possibile esistenza del mercato da lì a pochi mesi. Oggi questi dubbi non esistono più, e neanche i più feroci detrattori del settore si spenderebbero in senso contrario. Cosa intendiamo dire?
Intendiamo dire che il mondo cripto è una classe di asset finanziari quasi certamente immatura, che sarà soggetta a diversi cambiamenti nel corso del tempo anche nel comportamento, ma al tempo stesso solida a sufficienza per resistere anche a mercati così turbolenti.
Una situazione sicuramente interessante e che da appassionati di criptovalute, di Bitcoin e di investimenti continueremo a monitorare giorno per giorno, anche con l’aiuto di specialisti come Vito Lops (che potete seguire anche sul suo canale ufficiale YouTube di divulgazione finanziaria). Una formazione che in particolare durante il bear market, che ci lascia il tempo di studiare e approfondire, è il miglior investimento che possiamo fare su noi stessi e sul nostro capitale.
questa crisi e’ proprio la prova provata che il BTC non e’ percepito come riserva di valore deflattivo, tipo oro per intenderci. ma non da oggi, basta guardare il grafico dalla sua nascita. come tutte le cripto, insomma, non servono a nulla ma si muovono molto, e sono anche di gran moda. trendy, come si dice in italiota. sono asset speculativi che seguono il comparto innovazione amplificando i movimenti. si va a leva senza doversi prendere i rischi della marginazione, anche se sono molti a farlo ugualmente, (e anche a portare i libri in tribunale).
‘nzomma.
Che la maggior parte dei movimenti giornalieri delle crypto sia ancora speculazione pura potrei anche esser d’ accordo… c’è però qualcosa che non torna: siamo nella peggiore congiunzione astrale della storia (guerre, inflazione fuori controllo, covid, crisi varie…) e bitcoin se ne sta a 20k. Se fosse solo speculazione sarebbe tornato a 1k (se andava bene) già da mesi. E quindi!? Quindi c’è un gruppo di persone sempre maggiore (i gamberi, quelli che hanno meno di 1 btc) che compra e holda. E sono sempre di più. E quindi il floor si alza sempre più. E gli speculatori non possono più portarlo da 1 a 60mila, c’è un bottom sempre più difficile da scalfire (non dico che sia 20k, chiariamo, magari è anche meno… però col tempo si alza progressivamente)
NO ANTONIO FERMO NON RUBARMI LA CARTA DI CREDITO PER COMPRARE DOGECATFUNNYMOONCOINNNNN TORNA IN CAMERA TUAAAAAA AIUTOOOOO