Ripple porta a casa un’altra importantissima collaborazione. Questa volta è il governo colombiano che andrà ad utilizzare quanto viene offerto dall’infrastruttura di Ripple XRPL. Un passo in avanti importante per l’azienda, anche se per mezzo di una società esterna che si occupa di di sviluppo di servizis su blockchain.
Una lotta, quella per i servizi esterni a quelli dei pagamenti, che vede coinvolte diverse tra le chain maggiormente strutturate anche a livello commerciale. Un altro ottimo segnale per Ripple, che continua ad espandere le sue operazioni nonostante la causa con SEC sia ancora lontana dalla conclusione.
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Ripple sbarca in colombia per il catasto
Si parla ormai da tempo della possibilità di utilizzare le blockchain anche per gestire archivi pubblici come il catasto per gli immobili. Sono state avviate nel tempo diverse iniziative, ma forse nessuna concreta come quella che è stata avviata in Colombia tramite i servizi offerti da Ripple.
Secondo quanto è stato riportato dall’azienda che sta seguendo il progetto, Peersyst (che si occupa di offrire anche a livello governativo soluzioni su blockchain, siamo davanti ad una soluzione che è stata già implementata e che sfrutta quanto proposto da xprstamp, per la registrazione di asset digitali su XRPL e verificare anche l’autenticità dei dati riportati tramite QRCode. Il progetto presto arriverà alla soglia simbolica ma importante di 100.000 diversi asset registrati.
Un processo di costruzione che ha impiegato oltre 1 anno e che ora si avvia finalmente alla conclusione del processo pilota, che sarà direttamente sotto la guida del Ministero delle Telecomunicazioni della Colombia. Nel caso in cui i risultati del progetto pilota dovessero essere soddisfacenti, si potrebbe assistere ad un progressivo passaggio verso la soluzione digitale e su blockchain, sebbene non manchino detrattori di questo eventuale passaggio, con critiche che sono a nostro avviso fondate.
Ottime le esplorazioni, ma è bene che un governo si accordi con infrastrutture private e che non sono portabili?
Dato che di queste iniziative ne vedremo diverse in futuro, e probabilmente anche più vicini ai confini dell’Italia, è bene cominciare a discutere di qualche aspetto che sarà fondamentale nell’implementazione di queste soluzioni.
Gli stati dovrebbero guardare, almeno ad avviso di chi scrive, a soluzioni maggiormente portabili, in particolare per archivi che devono garantire la lettura e la scrittura delle informazioni ivi contenute anche per decenni.
Cosa succederà se Ripple dovesse cessare di esistere? I dati saranno portabili? Quali saranno le conseguenze? È necessario un backup in “vecchia forma”? Sono interrogativi ai quali si dovrà rispondere anche a livello politico prima di proporre alla cittadinanza questo tipo di soluzioni.
Soluzioni che data l’importanza dei dati potrebbero guardare anche a chain meno scalabili, pensiamo a Bitcoin, che vede già diversi sistemi di notarizzazione per quanto sperimentali attivi sulla sua chain. Staremo a vedere, per il momento rimane di enorme importanza seguire questo tipo di evoluzioni e fare anche, tra le altre cose, i complimenti a Ripple, che continua ad incassare successi nonostante negli USA la situazione legale non sia ancora completamente conclusa.