Animoca Brands è inarrestabile. L’ultima notizia che ci arriva da Hong Kong vede la software house guidare un round di finanziamenti da 32 milioni di dollari per lo sviluppo dell’ennesimo gioco su chain. Questa volta tocca a Planetarium Labs ricevere le attenzioni del colosso del gaming, in collaborazione con Samsung Next e altri partner del settore.
Basata su piattaforma Unity, la rete di giochi Web3 permetterà di eseguire applicazioni su chain distinte, permettendo al tempo stesso la piena autonomia per ciascun progetto anche in termini di gestione dei relativi token.
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Ancora Animoca leader degli investimenti
Ed eccoci di nuovo a parlare di Animoca Brands. Il colosso di Hong Kong questa volta ha messo le mani su Planetarium Labs, software house specializzata in giochi open source guidati dalla comunità, come si legge sul sito ufficiale. Un approccio fortemente decentralizzato al mondo del gaming su blockchain, con l’obiettivo di lasciare agli utenti ampia libertà in fatto di governance sui propri asset digitali.
L’investimento di 32 milioni di dollari vede impegnati anche partner del calibro di WeMade, nome noto ai giocatori per il suo titolo Mir4, e Samsung Next. La stessa Planetarium Labs sta partecipando allo sviluppo di Stella Fantasy, altro nome a finire sotto le munifiche mire di Animoca Brands, che a questo punto mira sempre più a monopolizzare il settore.
Siamo fermamente convinti che il futuro del gaming debba essere costituito da mondi decentralizzati, in un unico metaverso aperto. La collaborazione con Planetarium Labs va proprio in questa direzione: il nostro obiettivo è rendere ai giocatori massima libertà espressiva e pieni diritti sui loro asset digitali.
Yat Siu, co-fondatore e presidente di Animoca Brands, conferma una vision che va in tutt’altra direzione, rispetto a quella monopolistica che sembrerebbe profilarsi. Parlare di decentralizzazione e metaverso aperto vuol dire interpretare la lingua corretta per parlare agli appassionati di giochi su chain. Il caso Planetarium sta lì a dimostrarlo: la piattaforma scelta per i giochi è Unity, e il kit di sviluppo Libplanet.
Le due tecnologie insieme permettono di creare applicazioni che girano ognuna su una blockchain indipendente. Gli utenti avranno massima libertà in fatto di governance e potranno personalizzare la tokenomica, abilitando all’occorrenza anche il free-to-play.
Questo il pensiero di Kijun Seo, Co-CEO di Planetarium, che prevede ulteriori sviluppi in questa direzione. I giocatori potranno in seguito sviluppare una rete decentralizzata sulla quale far girare i singoli giochi.
Il gaming pronto a ripartire dopo lo stop?
Giochi che ai tempi della blockchain non possono non mettere l’utente al centro dell’esperienza: ludica da un lato, e perché no, giustamente speculativa dall’altro. Il concetto sembra essere stato recepito anche dalle parti di Ubisoft, che dopo il mezzo passo falso con Ghost Recon, ha tentato di raddrizzare il timone sempre con Tezos, a caccia di consensi tra un pubblico difficile da prendere per il naso, con diversi grandi gruppi del mondo cripto che stanno provando a fare tutoring all’interno del mondo gaming on chain per operatori del “mondo tradizionale”, che dai NFT sembrano voler soltanto ottenere ulteriori canali di monetizzazione.
Chi invece non ha bisogno di tutor in questo senso è Animoca Brands, che continua a spendere cifre enormi per lo sviluppo del gaming su chain, con investimenti allocati in 340 progetti differenti.