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A Madrid amano Bitcoin e Crypto! | Ma per la CONSOB spagnola è un incubo…

La Comisión Nacional del Mercado de Valores ha annunciato non senza preoccupazione che quasi il 7% degli spagnoli possiede e utilizza criptovalute. L’equivalente iberico della nostra CONSOB punta il dito soprattutto contro gli investimenti in cripto asset, ritenuti pericolosi e oggetto di una feroce campagna informativa dai toni repressivi.

A finire nelle mire del regolatore anche Andrés Iniesta, in forza al Barcelona FC e testimonial di Binance, reo di aver sensibilizzato le masse all’utilizzo di criptovalute. E intanto la panchina del MiCA si fa sempre più corta.

Una situazione che comunque la dice lunga sul fatto che il pubblico, voglia o meno CNMV, ama le criptovalute. Ottimo segnale per l’intero comparto, sul quale possiamo investire anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il top degli STRUMENTI DI TRADING – intermediario che ci offre a listino oltre 75+ criptovalute e che ci permette di accedere a strumenti altrimenti introvabili altrove.

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CNMV preoccupata, in Spagna tripudio cripto e Bitcoin

La Comisión Nacional del Mercado de Valores (CNMV) è fortemente preoccupata per una generale mancanza di consapevolezza su investimenti in criptovalute da parte della popolazione locale. Il 7% degli spagnoli ha scelto di battere questa via inconsapevole dei tremendi rischi che si celano dietro l’angolo.

Inaccettabile per un impianto istituzionale moderno, che deve per missione proteggere i cittadini e le loro ricchezze. Così come è inaccettabile che personaggi estremamente popolari come star del calcio finiscano al soldo di cripto exchange per sensibilizzare la popolazione al corretto utilizzo di criptovalute.

Spagna a trazione Bitcoin e cripto
Gli spagnoli puntano forte sulle cripto – e questo non piace…

E così, a partire da inizio anno, la macchina burocratica spagnola ha mosso i suoi possenti meccanismi per una caccia alle streghe dal sapore mediatico-repressivo. Obiettivo: allertare i concittadini sul baratro che si apre dinnanzi agli sventurati e inconsapevoli esploratori della DeFi in senso lato.

Come in un copione dalle sfumature già note, c’è bisogno di una vittima sacrificale. Ma una di quelle bene in vista. Il toro da trafiggere in pubblica arena è stato individuato nella figura di Andrés Iniesta, campione del mondo 2010 con la nazionale spagnola e uomo immagine di Binance, del quale si è fatto portavoce per la campagna di sensibilizzazione #BinanceForAll.

Doveroso passo indietro per introdurre l’azione di CNMV, che prontamente ha commentato il tweet asserendo che tali asset non sono sicuri perché non regolamentati. Una sorta di avvisaglia a quanto sarebbe accaduto di lì a poco: i post in cui si promuove l’uso di criptovalute devono passare per il vaglio delle autorità, e avvisare inequivocabilmente il pubblico circa gli intrinsechi rischi.

Dopo qualche mese, e veniamo ad oggi, il regolatore promuove uno sondaggio per capire a che punto sono messi circa la tanto sbandierata consapevolezza di cui sopra. Per il 29% degli intervistati investire in criptovalute comporta rischi analoghi a quelli tipici dei mercati tradizionali, mentre il 40% del campione pensa che tali asset siano regolamentate dalla legge. E 9 spagnoli su 10 dichiarano di aver letto e compreso gli avvisi a firma CNMV, che però continua a considerare i suoi cittadini ancora disinformati.

Europa schizofrenica: ma le cripto…

Lo studio è stato condotto tra maggio e giugno 2022, ossia un attimo prima che i lavori intorno al MiCA prendessero una forma definitiva. Il pacchetto di norme è stato approvato il 30 giugno con alcune modifiche rispetto al disegno originario.

Modifiche che per alcuni aspetti sembravano poter quasi alleggerire la posizione dei principali exchange altrimenti costretti a un giogo eccessivamente. Non è difficile immaginare come importanti attori della filiera abbiano potuto in qualche modo far sentire la propria voce ai tavoli della regolamentazione.

Regolamentazione che si è tradotta in un’accozzaglia di norme dalla difficile applicazione, anche perché l’European Banking Authority sarebbe pesantemente a corto di personale in grado di applicare il contorto sistema di leggi.

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