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Terra Luna, Do Kwon: “Non sono nascosto” | Invece i suoi Bitcoin… LEGGI!

Ancora movimenti importanti intorno a Terra Luna, non nella versione Classic, movimenti ancora una volta dettati dai guai giudiziari del suo fondatore Do Kwon, che comunque continua ad avere un atteggiamento di sfida nei confronti di chi gli chieda conto non solo della sua posizione attuale, ma anche di attività importanti avviate dai procuratori coreani.

Ci sarebbe infatti un ordine di arresto internazionale emesso dall’Interpol, così come ci sarebbero movimenti verso gli exchange che custodirebbero almeno parte dei suoi averi in Bitcoin, per un cerchio che stando almeno a quanto scrivono i giornali coreani (e anche Bloomberg) si starebbe stringendo.

Cerchio che si stinge e che potrebbe avere delle ripercussioni anche su $LUNA, che possiamo trovare su Capital.comvai qui per ottenere un conto virtuale gratuito e con SERVIZI VIP INCLUSI – intermediario che ci permette di investire su 140+ cripto asset, tutti scelti tra i migliori del mercato, quelli che per intenderci hanno la migliore possibilità di crescere di valore sul medio e lungo periodo.

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Do Kwon latitante oppure calmo nel suo salotto? Le due versioni non concordano

Da un lato abbiamo i proclami delle autorità coreane, che parlano di un Do Kwon ufficialmente latitante, restio a collaborare e introvabile anche a Singapore. Dall’altro invece abbiamo Do Kwon che con la sicumera che lo ha sempre contraddistinto continua a dire, via Twitter di essere estremamente calmo e di non aver ricevuto nessun invito a comparire.

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Così raccontano i giornali

Motivo del contendere questa volta è il supposto ordine di cattura internazionale che sarebbe stato affidato ad Interpol e del quale non ci sarebbe però traccia pubblica (cosa che non esclude comunque la sua esistenza). Con Do Kwon che ha comunicato tramite Twitter di fare una vita tranquilla tra scrittura di codice, di passeggiate e di visite ai centri commerciali. Senza che nessuno, per l’appunto, abbia provato a catturarlo.

Chi dei due avrà ragione? Sarebbe sicuramente strano vedere le autorità coreane mentire con questa costanza e la maggior parte dell’opinione pubblica sembra propendere per un bluff di Do Kwon, del quale comunque al momento non si conosce la location.

Sequestro per i Bitcoin a lui riconducibili?

Questa è l’ultima delle novità che sarebbero arrivate dalla Corea. Secondo quanto riportato infatti dalla stampa locale, ci sarebbe stato un tentativo delle autorità di mettere le mani su un tesoretto in Bitcoin, oltre 3.000 Bitcoin per un controvalore di 60+ milioni di dollari.

Tentativo che deve essere però ancora confermato dagli exchange e sul quale nutriamo, in attesa di conferme più solide, alcuni dubbi. Sta di fatto che il cerchio sembrerebbe, almeno a livello dichiarativo, chiudersi intorno a Do Kwon, che almeno nel suo paese natale potrebbe trovarsi a fare i conti con accuse molto gravi. Avranno delle ripercussioni sul progetto $LUNA di rinascita? Probabilmente sì, anche se i mercati a questo punto dovrebbero averle già scontate.

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