L’università di Nanjing, in Cina, sta lanciando nuovi corsi accademici dedicati a metaverse e applicazioni ad esso collegate. Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione verrà addirittura ribattezzato in Dipartimento di Ingegneria del metaverse, a testimonianza di quanto l’istituto creda e punti nelle nuove tecnologie.
Il polo accademico ha inoltre annunciato strette collaborazioni con imprese di settore, meta lavorativa degli studenti impegnati nei nuovi corsi accademici. Sviluppo del metaverse, applicazioni mediche e ricerca in campo metereologico saranno i primi tre indirizzi con i quali l’università intende ampliare l’offerta formativa.
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In Cina anche le università si muovono per il metaverse
Ormai non è più una novità, perlomeno per chi segue costantemente il mondo delle criptovalute non solo sul fronte speculativo. Il metaverse è passato in brevissimo tempo da una nuvola poco definita di possibili applicativi Web3 a vero e proprio laboratorio di ricerca on chain.
Un ecosistema ancora tutto da scoprire, che fa gola a molti per le sue ormai note potenzialità commerciali, e alla comunità scientifica per via del suo carattere innovativo, sotto un profilo strettamente tecnologico.
Seguendo un ordine cronologico l’ultimo istituto ad annunciare i suoi piani di sviluppo in questa direzione è l’Università di Scienze e Tecnologie dell’Informazione di Nanjing, in Cina, che attiverà dei corsi specifici su meteo, ricerca medica e sviluppo di nuove applicazioni su metaverse da spendere principalmente nel settore dell’istruzione.
Gli studenti più meritevoli collaboreranno con aziende che già sfruttano la blockchain in ambito sanitario, nel munifico settore del turismo e nell’istruzione. L’università inoltre attiverà una collaborazione con il Politecnico di Hong Kong per istituire borse di studio, dottorati e master.
Come anticipato in apertura l’università ribattezzerà il Dipartimento di ingegneria dell’informazione in Dipartimento di ingegneria del metaverso, diventando per quanto ne sappiamo il primo istituto accademico a includere il termine metaverse in Cina.
Nonostante i ripetuti ban…
Il gigante asiatico conferma così il suo interesse per Bitcoin, criptovalute e tecnologie connesse, dopo anni di atteggiamento controverso verso l’intero comparto, quando non apertamente ostile. Un cambio di rotta nato probabilmente dopo l’aver preso coscienza che a nulla servono ban e chiusure forzate, e che anzi il nemico, o presunto tale, ha in serbo tutta una serie di caratteristiche da poter sfruttare a proprio vantaggio.
E così, dopo i grotteschi tentativi di bloccare il mining da parte delle autorità centrali, assistiamo oggi a un Paese pronto a investire ingenti risorse, non solo economiche, per lo sviluppo di tecnologie e applicazioni legate al metaverse, con tanto di piano biennale annunciato da Pechino nemmeno un mese fa.
E ancora una volta, tra i primi soggetti a lanciarsi in tale tecnologia troviamo proprio le università. Il mondo della ricerca e quello delle criptovalute sono ormai legati a doppio filo: gli esempi ci arrivano dall’università di Hong Kong, che offre ai suoi studenti corsi on chain, ma anche dal Giappone, dove il prestigioso istituto Todai terrà corsi di studio in ingegneria nel metaverso.
Hong Kong e Tokyo non sono gli unici casi, con l’università della Pennsylvania che non sta a guardare, confermando l’interesse per il settore da parte dei Campus di tutto il mondo. Interesse che spesso sfocia in programmi di ricerca milionari, a ulteriore dimostrazione di quanto tale tecnologia sia appetibile non solo sotto un profilo meramente commerciale, ma anche come banco di prova per le tecnologie che caratterizzeranno il tessuto economico, sociale e politico di domani.
Non ci vedo molto di incoerente o qualche “ravvedimento”: stanno semplicemente spingendo su tutto il pattume della “blockchain che fa cose” come si dice in slang, il solito mantra della blockchain e non bitcoin, che in genere sfocia in programmi di ricerca milionari… buttati, come i vari esperimenti di IBM e compagnia.