AT&T è la più grande azienda di telecomunicazioni al mondo. Con sede negli Stati Uniti, è il provider di servizi per telefonia mobile più popolare della nazione (con circa 23 milioni di clienti). I numeri incredibili non finiscono qui: i dipendenti? Oltre 200.000; il patrimonio della società? Approssimativamente 550 miliardi di dollari; l’utile netto dell’ultimo anno? 19,06 miliardi di dollari. Cifre davvero da capogiro, per un’azienda che ha affermato il suo brand costantemente nel corso dei suoi 134 anni di storia.
Oggi AT&T, però, non fa parlare di sé per via dei suoi servizi telefonici. L’azienda ha dato ufficialmente il via ai pagamenti con criptovalute, annunciando la novità in un comunicato ufficiale sul suo sito web. Tutti gli utenti da ora avranno la possibilità di pagare direttamente dentro l’applicazione dell’operatore usando le crittomonete, un grande passo in avanti per il settore nel suo complesso.
Più volte siamo tornati a parlare di quanto la diffusione delle criptovalute su larga scala sia fondamentale per l’ulteriore espansione del settore; questo circolo virtuoso, cominciato tempo fa, tocca sempre più aziende e diventa sempre più evidente.
La partnership con BitPay
AT&T ha deciso di optare per BitPay come partner ufficiale che curerà le transazioni in criptovalute. BitPay permette esclusivamente l’esecuzione di transazioni in Bitcoin, per cui almeno per il momento tutte le altcoin sono escluse da questo discorso. Questo servizio nasce appositamente per permettere alle aziende di essere pagate con denaro crypto, ma ricevere direttamente in cassa valuta tradizionale.
Questo tipo di app sta prendendo piede rapidamente, un po’come abbiamo già visto per il caso di Spedn. Quest’ultima, diretta concorrente di BitPay, è già riuscita a concludere accordi con brand di grande calibro quali Whole Foods, GameStop, Starbucks e molti altri. In entrambi i casi, tuttavia, le aziende non ricevono direttamente Bitcoin nel proprio wallet: queste applicazioni fanno da intermediarie, prendendo criptovalute dagli utenti e trasformandole in denaro tradizionale che viene poi dato alle aziende.
Questo tipo di applicazione è giustamente al centro di alcune controversie all’interno dell’economia crypto. In primis perché cancella la principale convenienza dei pagamenti in criptovalute, ovvero il risparmio sulle commissioni; normalmente un’azienda online di dimensioni molto inferiori a AT&T riesce a pagare circa lo 0,35% sulle transazioni in valute tradizionali. BitPay chiede l’1%, circa tre volte tanto. Inoltre le aziende, accettando solo questi strumenti, dimostrano di non avere realmente interesse ad avere criptovalute in portafoglio; è solo un modo come un altro per ricevere pagamenti che mettono in cassa dei tradizionalissimi dollari americani, solo presentato in un altro modo.
Queste controversie hanno senza dubbio dei fondamenti, ma dall’altra parte è evidente che un impatto positivo ci sia comunque. Milioni di persone, al momento di fare i loro pagamenti, vedranno tra le varie opzioni anche BitPay; è evidente che questo avrà un impatto sul mercato, dal momento in cui lo strumento di pagamento in Bitcoin sarà associato ad un brand conosciuto e fidato come AT&T. Sarà poi curioso osservare se altri operatori decideranno di fare la stessa scelta per evitare di rimanere indietro rispetto al colosso.