La collezione NFT in onore di David Bowie sta portando i primi, significativi risultati. Un esemplare in vendita su OpenSea è stato battuto per 96,5 $ETH, che al rintocco del martelletto equivalevano a più di 125.000 dollari.
Altri Non Fungible Token sono stati venduti per cifre inferiori, ma comunque significative. L’iniziativa in sostegno della no-profit CARE sembra essere nata sotto una buona stella, quella dell’indimenticabile Duca Bianco. E le criptovalute sono ancora una volta in prima fila nelle battaglie che contano, quelle a carattere umanitario.
Se è vero che il mercato NFT sta vivendo qualche difficoltà in termini di volumi, sembra essere altrettanto vero però il contrario, e cioè che i progetti solidi in termini di brand e franchise stanno continuando a spostare somme importanti. E potremo investire su tutto questo settore con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale con TRADING AUTOMATICO – intermediario che ci propone tutto il meglio in termini di cripto disponibili (ce ne sono 78+ disponibili) e anche in termini di strumenti.
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La collezione di Bowie in NFT vola
È partita nel migliore dei modi l’operazione Bowie on the Blockchain, un’asta NFT composta da collezionabili pensati per rendere onore alla memoria dell’indimenticabile e indimenticato David Bowie.
L’opera Bowie by FEWOCiOUS è stata venduta per 96,5 Ethereum, che corrispondono a circa 127.000 dollari. L’omonimo artista (FEWOCiOUS) ha realizzato un’animazione in cui uno stilizzato Bowie indossa uno dei capi che l’anno accompagnato nel corso della sua carriera. Il videoclip è accompagnato dalla controparte fisica: una statuetta che riproduce il Duca Bianco e il suo abito di scena.
Fanno parte di Bowie on the Blockchain altri 14 NFT alcuni dei quali sono stati già venduti a cifre che vanno da 2,4 a 7,5 $ETH. Un’iniziativa che fa leva sull’enorme popolarità di un artista che ha saputo esplorare innovativi orizzonti musicali, e che fedele al suo animo eclettico ha trovato ulteriori momenti d’espressività nel cinema e nella pittura. Animo in cui parallelamente albergano, al presente perché il suo intento prosegue post mortem grazie a questa preziosa iniziativa su blockchain, radicati principi di uguaglianza ed empatia verso il prossimo.
Principi e valori che Bowie ha saputo tramutare in vita, in concreti atti d’amore verso il prossimo. È noto il suo incessante sostegno a CARE, ente di beneficienza di cui sua moglie Imam è ambasciatrice, e che riceverà l’importo delle vendite per sostenersi nella sua opera umanitaria.
Si può fare anche del bene
Abbiamo parlato dell’organizzazione senza scopo di lucro, e dell’asta che anima le pagine di OpenSea nell’articolo linkato in precedenza. In quell’occasione accoglievamo entusiasti la notizia per più ragioni. Da appassionati di musica la figura di David Bowie è stato il primo elemento a catalizzare la nostra attenzione. L’interesse per Bitcoin e criptovalute ha fatto il resto: ci siamo trovati felici testimoni dell’ennesimo caso in cui il comparto si schiera compatto, passateci l’accostamento di parole, per una causa sociale.
Senza voler citare tutti i casi che quotidianamente ci troviamo a raccontare, ne peschiamo giusto uno. Attuale, e con una vena artistica a fare da ponte con l’operazione Bowie on the Blockchain. Un altro grande nome contemporaneo, quello di Banksy, è stato accostato a un progetto NFT in cui parte del ricavato andrà in sostegno delle popolazioni ucraine colpite dal conflitto.
Avanti nonostante le critiche di tanti…
Entrambi casi in cui criptovalute e cause umanitarie si trovano per l’ennesima volta a intessere rapporti virtuosi, e a favore dei più bisognosi. Con Bowie on the Blockchain che purtroppo è stata presa di mira da qualcuno che si è lanciato in critiche nei confronti di metaverse e NFT, senza però saper argomentare efficacemente le sue posizioni e soprattutto scegliendo il palcoscenico sbagliato.
Ma se ad anonimi buontemponi che amano fare la voce (stonata) fuori dal coro è concesso qualche scivolone gratuito nel campo del ridicolo, quando invece le critiche arrivano da personaggi del calibro di Tim Cook le cose si fanno più serie. In quei casi vale la pena rispondere con numeri e argomentazioni, e nel caso in questione è toccato a noi, mettendo in luce quello che ci è sembrato l’atteggiamento più controverso di sempre, per fare il verso al tono di voce con cui Apple si presenta al mondo.