Ripple continua ad assumere nonostante il bear market. La società americana è alla ricerca di uno sviluppatore che dovrà gestire i siti web del gruppo, dopo aver di recente pubblicato annunci per rinforzare ulteriormente l’organico sul fronte marketing e comunicazione.
L’obiettivo dichiarato è quello di aggredire i mercati esteri, con i piani di espansione su suolo americano in stand-by per via della causa con SEC ancora lontana dal potersi dire conclusa. Continua così il percorso di crescita di un’azienda che si conferma una delle realtà statunitensi più solide, e non solo tra quelle del comparto.
Un segnale di grande forza mentre tutti o quasi si trovano a dover tagliare il personale complice una congiuntura economica non esattamente al top. E potrebbe essere un ottimo segnale anche per $XRP, che possiamo trovare su eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il meglio del MERCATO CRIPTO – intermediario che ci offre la possibilità di investire su 78+ cripto asset e di fare trading con strumenti fintech estremamente avanzati.
Sempre all’interno di quanto viene offerto da questo intermediario troviamo infatti il CopyTrader, sistema di copia dei più bravi e che consente anche di spiare le loro mosse, insieme agli Smart Portfolios per investire in panieri cripto assortiti. Con 100$ possiamo passare al conto reale.
Ripple continua ad espandersi
Il percorso di espansione di Ripple non sembra conoscere battute d’arresto, nonostante gli impegni in tribunale che vedono la società di San Francisco contrapposta a SEC ormai da tempo. Con gli avvocati delle parti ancora impegnati a darsi battaglia, dai piani alti di Ripple arriva l’ennesima chiamata alle armi.
Questa volta non per sfidare in aula Securities and Exchange Commission, ma per contribuire allo sviluppo commerciale della società soprattutto sui mercati esteri. Quelli di $XRP stanno cercando uno sviluppatore full stack che dovrà curare i siti web del gruppo e dirigere i colleghi chiamati ad occuparsi del network lato front-end.
Abbiamo parlato di ennesima chiamata perché di recente la compagine guidata da Brad Garlinghouse aveva pubblicato altre offerte di lavoro per andare a potenziare lo stesso comparto. Una strategia che in tempi di bear market non sembra così diffusa tra altre aziende che spesso preferiscono licenziare per poi ripresentarsi più forti di prima in un secondo momento.
In Ripple continuano invece ad assumere, confermandosi tra le società statunitensi in più forte espansione, non solo in ambito DeFi ma guardando al tessuto delle imprese americane a più ampio respiro.
E una volta che la causa con SEC sarà terminata…
Un’espansione che al momento guarderà principalmente oltre confine, perché le controversie con la SEC impongono un cauto stand-by su decisioni strategiche in fatto di mercati interni. Una causa che va avanti da tempo e che probabilmente non vedrà una risoluzione definitiva a breve termine.
Nel frattempo però i legali di Brad Garlinghouse approfitteranno di un ghiotto assist offerto loro dal giudice Sarah Netburn, che permetterà a Ripple un appello il cui peso specifico nella battaglia con Securities and Exchange Commission potrebbe rivelarsi determinante ai fini del verdetto finale.
Con SEC costretta all’angolo dopo quasi due anni di udienze, $XRP potrebbe risentire positivamente, e in attesa di una risoluzione la società va avanti per la sua strada. Un percorso simile a quello seguito da Polygon, fatte le dovute proporzioni, visto il mega piano di assunzioni che dovrebbe portare 200 nuovi professionisti in casa $MATIC andando a rinforzare significativamente la compagine.
Notizie che fanno sempre piacere, soprattutto in periodi ribassisti come quello che stiamo vivendo, e che si protrae ormai da tempo. Il comparto invece non sembra gradire la battaglia legale che Ripple sta portando avanti oltre misura contro SEC, che potrebbe causare ulteriori danni a tutto l’ecosistema delle criptovalute. Le posizioni del leader di Cardano, per quanto caustiche in perfetto stile Charles Hoskinson, sono condivisibili. Staremo a vedere se, come e quando anche i giudici le faranno proprie, andando a porre fine ad una causa che non ha davvero più ragion d’essere.