Tutti sono diventati sospetti. Dopo lo spettacolare e tragico crack di FTX tutti i principali exchange del mondo cercano di correre ai ripari, nel tentativo di riguadagnare parte della fiducia persa per il solito effetto domino. Tra i più attivi su questo fronte c’è Crypto.com, che già ieri aveva annunciato l’inserimento di nuovi sistemi per garantire agli utenti la presenza delle cripto acquistate.
E che oggi rilancia, sempre tramite annunci del suo CEO, al secolo Kris Marszalek, che a breve pubblicherà, dice, il dettaglio dei possedimenti e delle detenzioni Bitcoin e cripto del gruppo. Una buona notizia, che per ora è soltanto un annuncio, ma che al tempo stesso segnala quali siano le prossime tendenze di un settore che farà enorme fatica a riconquistare credibilità.
Credibilità compromessa e che invita tutti a scegliere soltanto operatori che siano in grado di fornire prova provata della detenzione dei vostri denari cripto e non. O in alternativa a muoversi verso operatori di settore che operano da tempo (e senza intoppi) nel mondo della finanza. Come le piattaforme di trading sicure di eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito per testarne servizi premium + didattica gratuita – intermediario sul mercato da più di un decennio, con compliance e licenze ottenute in modo regolare.
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Crypto.com pubblicherà la lista delle cripto e dei bitcoin detenuti
La situazione lo richiede. Il pubblico lo desidera. Anche se forse non sarà sufficiente per annullare tutte le preoccupazioni di chi ancora detiene le proprie cripto e i propri Bitcoin su exchange centralizzati. La notizia di oggi, anzi, di poche ore fa, è che Crypto.com pubblicherà a breve una lista comprensiva di tutti i wallet del gruppo, così da dimostrare (e rendere verificabile anche in futuro) l’effettiva consistenza delle proprie riserve.
Crypto.com pubblicherà la lista degli indirizzi dei cold wallet e i bilanci per gli asset principali entro 24 ore. Piena trasparenza.
Cosa che segue in realtà quanto fatto già ieri Binance, pubblicando però già la lista completa dei suoi possedimenti. Manovre che sicuramente profumano di trasparenza, ma che al tempo stesso a poco servono per verificare che tutto sia effettivamente lì, o meglio, che ci siano riserve a sufficienza per coprire l’ammontare totale delle posizioni dei clienti.
Per quello sarà necessaria la Proof of Reserves, comunque annunciata da entrambi gli Exchange e anche da tanti altri exchange di spessore stile. Questo nella speranza che in molti si fidino di quanto riportato e che finisca la fuga dagli exchange di criptovalute prelevate dai clienti, in un mondo che dopo il Crack di FTX ha reso sospetti anche operatori per i quali in molti avrebbero messo la proverbiale mano sul fuoco.
Basterà per riottenere la fiducia dei clienti?
Il problema non riguarda ovviamente solo Crypto.com, ma un po’ tutti gli operatori del settore, con il crack di FTX che purtroppo continuerà a gettare ombre magari anche su operatori da ritenersi affidabili.
Nel frattempo in molti hanno purtroppo scoperto a loro spese che il modo migliore di detenere le proprie criptovalute e i propri Bitcoin è quello dell’auto-custodia, presso un wallet proprio. Che si tratti di giganti o di meno giganti, di exchange comunque con un buono storico o di quelli che potrebbero iniziare a scricchiolare. La tempesta è iniziata, e il si salvi chi può non è un modo di comportarsi che può essere biasimato.
Chi si è scottato con il latte caldo, ci hanno raccontato durante il nostro recente viaggio a Istanbul per raccogliere altre storie che pubblicheremo la prossima settimana, finisce per soffiare anche sullo yogurt.