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Bitcoin: JP Morgan mette le mani su BTC e Crypto! | Le grandi banche potranno…

La notizia potremmo darla in 10 parole: JP Morgan ha registrato un marchio per wallet cripto. Anzi, nove. Ma in realtà dietro ad una mossa del genere, sicuramente presa prima del crack di FTX, c’è tutto un mondo di possibili conseguenze per la custodia di cripto e Bitcoin, nonché per il futuro dell’eterna lotta tra auto-custodia e affidamento a terzi, che per molti è poi soltanto l’ennesima riproposizione dell’eterna lotta tra il bene e il male.

Uno dei gruppi bancari più importanti – e più svegli aggiungiamo noi – del mondo, avrebbe già fatto i primi passi. E con la debacle di FTX forse troverà terreno fertile tra un pubblico che… forse potrebbe essere diverso da quello che tutti sognano.

E un ingresso di un gruppo del genere potrà avere degli effetti positivi sul mercato? Chi crede di sì, potrebbe anche pensare, tenendo conto dei rischi particolarmente alti in questo periodo, pensare di esporsi con l’acquisto diretto di crypto asset. Binancevai qui per ottenere un conto gratuito – possiamo scegliere tra centinaia di asset disponibili, per poi trasferirli se vorremo sul nostro wallet.

E potremo anche scegliere prodotti interni – tenendo conto dei rischi di controparte – per il risparmio e per la messa a frutto degli asset in questione. Il tutto con la piena libertà di scelta sul come comportarci.

JP Morgan nel mondo dei wallet Bitcoin e cripto?

Per ora si tratterebbe soltanto della registrazione di un marchio, che potrebbe essere utilizzato per offrire servizi di wallet e custodia. Per cosa? Per i crypto asset, e quindi per Bitcoin e probabilmente per quelli a più elevata capitalizzazione. Non è ancora chiaro di cosa si tratti, se andrà effettivamente in porto e se sarà disponibile per tutti, ma è comunque un segnale di quanto sta avvenendo all’interno del mondo cripto.

O meglio, di quanto sta avvenendo all’interno del mondo della custodia. C’è un problema da risolvere, ovvero offrire alle persone un metodo sicuro per custodire i loro asset e magari anche per spenderli (anche di questo si occupa la registrazione del marchio che è stata inoltrata da JP Morgan). E in molti, almeno secondo le banche e anche secondo chi vi scrive, potrebbero non trovare l’autocustodia come un’ipotesi percorribile (su questo torneremo più avanti).

JP Morgan battaglia bitcoin maxi
Ma sarà con ogni probabilità questa la prossima battaglia per gli appassionati

Cosa c’è di più semplice per le banche di provare a mangiarsi una fetta di questo settore? Si potrebbero far pagare delle piccole commissioni annuali per la custodia oppure andare ad imporle sui trasferimenti. I clienti si troverebbero con un servizio aggiuntivo inserito in App e Home Banking che utilizzano già e le autorità sarebbero felici perché avrebbero come interlocutore un soggetto già aperto a KYC e AML, ovvero agli obblighi di identificare i propri clienti e di applicare le norme anti-riciclaggio.

Una situazione ideale? Per chi vive nel profondo gli ideali che animano Bitcoin probabilmente no. Ma piaccia o meno probabilmente si andrà anche verso questa strada, almeno se a cercare di guadagnarsi un posto al sole in questo mercato saranno i gruppi bancari più svegli.

Benvenuto libero mercato: ma qualcuno si lamenterà

Parte fondamentale della cultura che anima Bitcoin è sicuramente l’aspetto del controllo diretto dei propri asset, senza intermediazioni, per utili o meno che siano. Il settore però della custodia, ne è la prova la miriade di servizi ad essa collegata che esistono già, è tra quelli più allettanti per gruppi che sono già attivi in questo senso, magari però per il denaro più comune.

Se dovessimo fare una previsione adesso, riterremmo più che probabile un’evoluzione del mercato in questo senso, a patto che Bitcoin e cripto asset riprendano ad esercitare a breve un certo ascendente verso il grande pubblico retail, ovvero quello delle persone comuni.

Chissà se qualcuno seguirà l’impegno di JPM. A noi sembra una strada piuttosto facile, ammesso che arrivi una certa chiarezza regolamentare nelle principali economie del mondo. Un’occasione ghiotta creata anche da situazioni come quella del crack di FTX.

Piaccia o meno, su questo campo di battaglia si continuerà a fare la guerra, e gli inaffidabili soggetti alla FTX finiranno per essere rimpiazzati da quei soggetti più strutturati (e più credibili per il pubblico). La cultura dell’auto-custodia dovrebbe prevalere? In un mondo dove Bitcoin verrà assorbito anche filosoficamente sì, ma sarà una strada lunga e ricca di nemici ben articolati.

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Klaus Marvin
Klaus Marvin
1 anno fa

Diciamo che ho previsto una possibile soluzione che sicuramente non sarà definitiva e non porterà subito il sereno sui mercati ma è un passo avanti per l’inizio di una collaborazione. Attenzione anche le banche si comporteranno in maniera truffaldina e per questo si dovranno scegliere quelle più “sicure” non arriveranno comunque a fare ciò che ha fatto FTX. Buona giornata.

jacopo
jacopo
1 anno fa

non la vedo come una gran tragedia… chi avrà piacere a pagare ulteriori commissioni terrà lì i propri bitcoin.
Inutile dire che non penso nessuno degli attuali possessori di bitcoin (o ether o altre crypto) deciderà si spostarli sul wallet by JP: saranno i cosiddetti nuovi “piccoli e medi risparmiatori”, dopo un accurato lavaggio del cervello sempre by JP, che farà passare la narrazione “crypto è bello”; anzi a dir la verità lo sta già facendo da mesi se ci avete fatto caso. Oppure qualcuno che ha talmente paura dell’autocustodia (anche se soluzioni in tal senso arriveranno in futuro on chian, già se ne parla, senza bisogno di scomodare terzi) da preferire il pagamento di una commissione con però la “sicurezza” di un call center che ti ridà la password che hai perso.
Pensateci: cambiare da euro a bitcoin direttamente dall’app di banca intesa. Presto sui vostri schermi.