Il recente fallimento di FTX, seguito da ulteriori crolli a catena ha fatto un po’ dimenticare il quadro generale all’interno del quale si muoveranno i mercati. A contribuire a tale dimenticanza anche il periodo di grazia di novembre, con il FOMC che tornerà a riunirsi soltanto verso la metà di dicembre.
Riteniamo però che sia importante fare il punto della situazione sui mercati in generale, dato che dentro questo contesto si muoveranno anche Bitcoin, Ethereum e con ogni probabilità il resto del mercato alt, che continuerà ad avere un alto grado di correlazione con $BTC.
Ci sono delle buone notizie, poi ce ne sono altre meno buone, con una situazione nel complesso che dovrà continuare ad essere monitorata. Chi, alla luce di quello che diremo e dopo aver considerato i rischi, vuole prendere posizione sui mercati cripto (o anche su altri mercati) può farlo con la piattaforma sicura Capital.com – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con CAPITALE DI PROVA INFINITO – per un intermediario che offre 140+ cripto asset all’interno di un listino di migliaia di titoli finanziari.
Con Capital.com abbiamo accesso anche a MetaTrader 4 e TradingView, così come abbiamo accesso anche al WebTrader dotato di intelligenza artificiale. Con 20€ di investimento possiamo passare al conto di trading reale.
Gli occhi puntati sul dollaro: da qui passa il destino di Bitcoin e cripto
Una sbornia durata venti anni. Una sbornia durante la quale in molti, forse poco lucidi, pensavano che il dominio del dollaro e in generale dell’economia USA potessero venire meno. Non è così, non a questo giro, e per capire come potrebbero muoversi i mercati è ancora in direzione di Washington DC e di New York che dovremo continuare a guardare. Anche per Bitcoin e per il mondo cripto, che finché manterranno il loro comportamento da asset di rischio risentiranno parecchio delle decisioni prese da Federal Reserve.
Decisioni che riguardano principalmente i tassi di interesse e delle quali si è parlato relativamente poco negli ultimi giorni, grazie al fatto che il FOMC, la riunione che deciderà il prossimo aggiornamento dei tassi negli USA. Tassi dai quali dipende la liquidità “a basso costo” che può arrivare sui mercati e anche l’appetibilità del dollaro stesso.
Inflazione ancora al centro: la preoccupazione di Federal Reserve
Per quanto, almeno a leggere le dichiarazioni pubbliche, i papaveri di Fed siano relativamente certi di avere ormai alle spalle il picco dell’inflazione, saranno necessari ulteriori rialzi. Il range individuato, ancora una volta tra quelli dichiarati pubblicamente, è tra il 5% e il 7% finale. Il che vorrebbe dire un inasprimento di almeno 125 bps.
La cosa più probabile è che si viva un 2023 su questi livelli, per un ritorno a tassi più “bassi” per il 2024. Obiettivo? Quello di evitare che l’inflazione diventi parte integrante dell’economia e tornare su livelli più vicini possibile al 2%. Sta di fatto che una Fed più morbida per il prossimo anno è comunque quello che tutti o quasi si aspettano. E che potrebbe dare una mano importante a tutto il settore degli investimenti.
Situazione complicata, ma Bitcoin e cripto soffrono anche di altro
Quanto abbiamo visto poco sopra vuol dire che no c’è speranza di rivedere Bitcoin e cripto su livelli di prezzo più interessanti per l’immediato futuro? No, non è assolutamente detto. Questo comparto ha infatti anche scontato l’ennesimo cigno nero con il crack che è partito da FTX è che ha già coinvolto altre società importanti del settore.
A comprimere i prezzi, almeno a nostro avviso e ad avviso di diversi analisti, non è soltanto l’incerta situazione sul lato macro. Ci sono questioni, sospetti più o meno fondati, l’incertezza per quanto riguarda l’effettiva estensione del contagio e altre preoccupazioni sulla tenuta di diversi progetti.
Una situazione che andrà inevitabilmente a schiarirsi, non è ancora dato sapere però con quanti altri cadaveri di società con una gestione allegra dei fondi dei clienti. Con una buona notizia però: i protocolli DeFi continuano a funzionare, continuano a macinare transazioni e a garantire un certo livello di sicurezza ai propri clienti.
JP Morgan si sbaglia sulla questione? Staremo a vedere. Conteranno i numeri, che nel mondo della blockchain sono facili da raccogliere. Meno facili da raccogliere nel mondo degli intermediari centralizzati creati ad immagine e somiglianza della vecchia finanza. No, il mondo crypto e Bitcoin non è morto. Si sta solo preparando per la prossima battaglia.
Voglio dire un’altra delle mie sciocchezze, d’altronde Luigi o mi banni o mi tieni come sono.
Prendiamo bitcoin come valuta, come moneta di scambio, 14 anni fa, cosa compravi con un bitcoin?
Forse una caramella all’oratorio e oggi? Un’utilitaria?
Prendiamo il dollaro, che esiste da più di 14 anni, non conosco la data della prima emissione.
14 anni fa cosa acquistavi?
10 caramelle all’oratorio?
E oggi? Forse 5 se non meno.
E se Prendiamo il dollaro alla sua nascita cosa acquistavi?
Un cavallo? Ci facevi provviste dal droghiere?
E oggi?
Sempre 5 caramelle all’oratorio.
Se non è antiiflazionistico questo non so che dire.