Altro ritardo per il MiCA, il complesso di regole che dovrà cercare di offrire confini certi al mondo cripto e Bitcoin, nonché agli stablecoin. Secondo quanto ci viene comunicato da Bruxelles, si tratterà di un futuro aggiornamento ad aprile, cosa che ritarderà ulteriormente l’entrata in vigore di quanto, in particolare tra i politici, ritengono una sorta di manna dal cielo che renderà il settore più sicuro.
Ritardi che potrebbero essere imputati, queste le voci di corridoio, anche alle tempistiche per la traduzione dell’enorme corpus legislativo incorporato all’interno del MiCA.
Una questione che non sembra però offrire grandi spunti pessimistici per il mercato, che continua con movimenti laterali e leggermente rialzisti. Possiamo investirci con eToro – vai qui per ottenere un conto di prova GRATIS – intermediario che ci permette di investire su 78+ crypto asset in un regime pienamente regolamentato anche in Europa.
Si vota ad aprile per il MiCA
La votazione si aggiorna ad Aprile. Parliamo di quel MiCA che dovrebbe portare delle regole chiare in Europa per tutto il settore cripto e Bitcoin, per il comparto degli exchange e più in generale anche per gli stablecoin.
Secondo quanto sta circolando in queste ore in realtà ci sarebbero dei problemi di carattere tecnico e che sono legati alla traduzione dell’enorme mole di norme che sono contenute nell’impianto legislativo proposto dall’Unione.
Una battuta d’arresto che non è definitiva, ma che comunque farà riflettere qualcuno su quanto complesse siano le normative incluse in questo dispositivo.
Criptovaluta.it ha intervistato in esclusiva Stefan Berger, padre del MiCA – Leggi qui lo speciale.
Cosa cambia per l’Europa con questo rinvio?
In realtà poco, se non un ulteriore ritardo nell’armonizzazione delle regole per gli operatori cripto. Gli exchange che si sono mossi per tempo e che hanno deciso di ottenere licenze nei diversi paesi a questo punto sembrerebbero aver preso la decisione giusta.
Decisione che però ha avuto dei costi importanti che non tutti possono permettersi (replicandola per diversi paesi). Un flop dell’UE? Starà ai nostri lettori giudicare. C’è di certo che un ulteriore ritardo dopo aver rivendicato il diritto esclusivo a legiferare non è un bel messaggio che si manda agli operatori del mercato. Operatori che interessano molto quando c’è da riscuotere imposte e molto meno quando chiedono, a gran voce, un impianto normativo chiaro e che gli permetta, quantomeno, di evitare multe e sanzioni.
Quasi quasi dico al nonno di apparire in sogno ai legislatori UE per spiegargli cosa devono fare, così acceleriamo un po.