Forse non è andata come si aspettavano le autorità USA dopo la chiusura o quasi di BUSD. A guadagnarne, almeno secondo i dati più recenti, è stato principalmente Tether, che si appresta a superare quota 70 miliardi di dollari. Non esattamente il più regolamentato degli stablecoin e al tempo stesso – con ogni probabilità – non quello che si aspettavano a Washington.
Ma il mondo cripto, che si tratti di investitori o di semplici appassionati – non sembrerebbe curarsi molto dei desideri di Washington e risponde, anche questa volta, con un’importante sorpresa. Segno che le tanto pubblicizzate regolamentazioni capillari interessano poco poi chi ci mette dentro denaro sonante.
Sì, a nostro avviso è un buon segno per lo stato di salute del mondo cripto. Un mondo sul quale potremo investire anche con eToro – qui ottieni un conto gratuito PER SEMMPRE con possibilità di investire anche con capitale virtuale – per un broker che ci permette di investire su tutti i principali strumenti cripto e anche su titoli del mercato clasicco. Sempre per quanto riguarda eToro abbiamo anche strumenti di trading automatico come ad esempio il Copytrader.
Fuga imposta da BUSD, ma nessuno sta scegliendo alternative, se non Tether
La situazione ha del tragicomico, almeno per chi a Washington sognava di dirottare i denari di BUSD su stablecoin più “controllabili” dalle autorità, come USDC. Le cose non sono andate esattamente così, perché a fare la parte del leone nello spartirsi le (per il momento scarne) spoglie di BUSD è in realtà Tether – progetto che opera in un regime radicalmente diverso da quello di USDC. I dati messi a disposizione da Messari raccontano una storia molto particolare, che riassumiamo in tabella:
STABLECOIN | 13 febbraio | 14 febbraio | 15 febbraio | Differenza da caso BUSD |
---|---|---|---|---|
TETHER | $68.46B | $68.48B | $69.22B | +$0,76B |
USDC | $41.36B | $40.99B | $41.31B | -$0,05B |
BUSD | $16.15B | $15.46B | $14.34B | -$1,81B |
Sarà preso un colpo a chi pensava di far tornare le pecore all’ovile – perdonateci la metafora pastorale – dato che l’unica lettura possibile di questi dati, almeno ad avviso di chi vi scrive, è che in molti stiano percependo più SEC come una minaccia che stablecoin che operano almeno in parte al di fuori del perimetro regolamentare (inesistente e per larghi tratti a capriccio di Gary Gensler) degli USA. E se non dovesse bastare il dato sul cap, che in molti considereranno come potenzialmente alterabile, ci sono i dati sui volumi di scambio che parlano ancora più chiaro.
STABLECOIN | 13 febbraio | 14 febbraio | 15 febbraio |
---|---|---|---|
TETHER | $11.36B | $15.66B | $16.92B |
USDC | $1.97B | $1.55B | $$1.44B |
BUSD | $5.32B | $6.66B | $6.69B |
Dati liberamente consultabili su Messari, che potrete confrontare anche con dati che provengono da altri centri di analisi di vostro piacimento. E comunque poi trarre le vostre conclusioni.
Il recinto troppo stretto
È un concetto che abbiamo affrontato più volte sulle pagine di Criptovaluta.it e che abbiamo ripreso anche all’interno dell’ultimo episodio del nostro Podcast, dedicato appunto a quanto accaduto tra SEC, BUSD e anche il dipartimento dei servizi finanziari di New York.
Qualche considerazione aggiuntiva sul fatto che a voler operare col pugno di ferro si finisce spesso per spingere persone al di fuori del perimetro regolamentare all’interno del quale ci si sente i re della foresta. E sta andando – fortunatamente aggiunge chi vi scrive – esattamente così. Se Gary Gensler cercava delle risposte, sta avendo le prime – e forse non gli piaceranno.
ahahah fantastico. tutto cio che va contro la SEC fa bene alla salute… 😀