USDC ha recuperato la parità con il dollaro dopo un fine settimana al cardiopalma, durante il quale a poco erano servite le rassicurazioni di Circle di copertura totale degli eventuali ammanchi. Tutto è bene quel che finisce bene? O si tratta del primo stablecoin salvato, per quanto indirettamente, da Federal Reserve?
Possiamo considerare il ritorno della parità con il dollaro da parte di USDC come definitivo o c’è ancora altro di cui preoccuparsi? Quel che è certo è che questa crisi del sistema bancario USA ci lascia con un mondo anche crypto molto diverso da quello che conoscevamo venerdì. E che progetti come USDC sono emblematici dei diversi cambiamenti che il settore dovrà affrontare, volente o nolente.
Anche il ritorno di USDC alla parità con il dollaro USA è stato carburante per la corsa di Bitcoin e crypto. Corsa sulla quale possiamo investire con FP Markets – qui trovi il conto demo gratis – intermediario che consente di investire su tutte le migliori criptovalute del mercato con strumenti di livello professionale. Con FP Markets possiamo anche investire al ribasso, nel caso in cui dovessimo ritenere questa cosa come momentanea e destinata ad infrangersi sui problemi economici che il mondo dovrà affrontare a breve.
USDC USD Coin torna alla parità
Sarà difficile spiegare a chi non ha seguito i mercati nel weekend cosa è successo. USDC ha perso per 2 giorni consecutivi la parità con il dollaro, cosa piuttosto preoccupante per un token che lo dovrebbe rappresentare 1:1. La colpa però non è nella malagestione del token, ma nel caos che è stato innescato dal crack Silicon Valley Bank e dalle successive preoccupazioni per i depositi che Circle deteneva presso quella banca – e che secondo comunicazioni ufficiali del gruppo ammontavano a circa 3,3 miliardi di dollari.
Un finesettimana al cardiopalma, che abbiamo seguito minuto per minuto anche sul nostro canale Telegram ufficiale (è gratuito – e troverai notizie in tempo reale sul mondo crypto e Bitcoin). Anche le rassicurazioni arrivate durante il weekend da parte di Circle a poco erano servite per riportare USDC al valore di 1 dollaro. Rassicurazioni che parlavano della possibilità, da parte del gruppo, di far fronte con riserve proprie ad eventuali ammanchi.
- Primo segnale: i mercati si sono fidati poco di Circle
Questa è la prima cosa che rimane di questa vicenda. I mercati non hanno ascoltato granché le rassicurazioni che sono arrivate da Circle in merito alla copertura dell’eventuale buco. Brutto segno per la credibilità del gruppo, che pur essendo l’unico rimasto in vita ad essere regolato completamente negli USA, ha dimostrato una certa fragilità.
- Secondo segnale: abbiamo un problema con le banche
Chi credeva di poter evitare le preoccupazioni tipiche legate agli stablecoin semplicemente rivolgendosi ad un token di una società regolata negli USA e che si affidava soltanto a banche americane dovrà forse rivedere le sue priorità. Anche le banche americane possono saltare e i depositi possono essere a rischio.
- Terzo segnale: c’è poi il salvataggio
Vero anche però che a tutela delle banche Federal Reserve si comporta ormai da tempo sempre nello stesso modo. E qualcuno dei nostri lettori ci farà notare che ha dovuto aspettare poco più di 48 ore per tornare al 100% del valore normale di USDC. Anche questo è vero, ma apre ad altri tipi di discussioni che informeranno i nostri approfondimenti futuri.
USDC è finalmente al sicuro?
Ci sono state altre evoluzioni nel cuore della notte, che hanno cambiato radicalmente lo scenario all’interno del quale USDC dovrà per forza di cose muoversi.
Il primo punto è che anche Signature Bank, che era responsabile per le conversioni di USDC in dollari autentici è stata chiusa dalle autorità. Circle ha già trovato un altro partner, ma il cerchio comincia a stringersi intorno agli operatori crypto almeno in termini di accesso al sistema bancario USA.
Il secondo punto è che Tether sembra essere capace di cavalcare con una certa facilità certe situazioni, essendo ritenuto dai mercati liberi come save haven e dunque come porto sicuro nei massimi momenti di turbolenza. Qualcosa di molto curioso, se vogliamo, perché si tratta di token che opera in contesti almeno sulla carta molto meno regolati di quelli USA.
Che tipo di mondo crypto ne verrà fuori… lo scopriremo nelle prossime puntate.