In una giornata sicuramente fuori dal comune, che chi riesce a fare in termini di prezzo più di Bitcoin, molto di più. Parliamo di Conflux, che cresce nel momento in cui scriviamo, di oltre il 60%. Una cosa che impressionerà i più, ma che in realtà poggia su una delle narrative della rinascita del mondo cripto lontano dagli USA.
Una lettura un po’ complessa per un asset molto particolare, dati i legami privilegiati che sembrerebbe avere in Cina. Ma è tutto oro quel che luccica? E dovremmo davvero considerare questo asset quantomeno in analisi? La risposta breve è sì e vi spiegheremo il perché in questo approfondimento.
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Torna la narrativa cinese? Conflux cavalca le bizze degli americani
Almeno una parte delle motivazioni dei rialzi impressionanti di Conflux in queste ultime ore va cercato altrove e molto lontano da casa. Va cercato infatti in Cina, paese dove Conflux gode di rapporti piuttosto interessanti con diverse realtà commerciali. E cosa c’entra la Cina? Il discorso è un po’ complesso e parte da una delle narrative più popolari delle ultime settimane, non si sa quanto artefatte e quanto reali.
L’idea di fondo è che non saranno gli USA a condurre la prossima eventuale bull run ma i mercati orientali e nello specifico Hong Kong e anche la Cina. Questo perché ci sarebbero stati diversi segnali di ammorbidimento, a partire dal fatto che a HK si potrà iniziare, in data ancora incerta, a fare acquisti di cripto e Bitcoin anche se si è piccoli investitori.
Dietro questa narrativa sospettiamo che ci sia anche Justin Sun di Tron, di Poloniex e di Huobi, che in Cina ha diversi interessi e che sta conducendo diversi investimenti in questo senso. Investimenti che sicuramente hanno alimentato, almeno in parte, questa narrativa.
Quanto c’è di vero? I mercati credono molto, in particolare perché il caos bancario negli USA fa ragionevolmente sospettare un ulteriore inasprimento delle condizioni per il mondo crypto, cosa che potrebbe allontanare almeno in parte tanto le start up, quanto progetti più consolidati.
E la corsa di Conflux di oggi deve essere letta anche in questo senso: da una parte la grande corsa innescata da Bitcoin – e della quale vi abbiamo parlato qui – e dall’altro la convinzione che chi ha già un piede in Cina sia avvantaggiato, almeno in parte, in questa corsa.
Quanto c’è di vero, quanto c’è di falso
Il mondo crypto è spesso volubile, volatile e un po’ esagerato proprio come quello della finanza classica. E il sospetto che questa narrativa sia un po’ ingigantita – anche a comando – c’è tutto. In aggiunta di fronte a corse così incredibili, è sempre bene premunirsi e rendersi conto del fatto che i take profit possono innescarsi in qualunque momento.
Detto questo Conflux continua a sbalordire almeno in termini di prezzo – e questo la rende automaticamente qualcosa di cui interessarsi, almeno per chi ha interesse per questo tipo di fenomeni. Se la narrativa cinese resisterà o meno alla prova del tempo è qualcosa che dovremo valutare nel tempo. Noi ne abbiamo già parlato diverse volte e crediamo che ci sia un fondo di verità. Occhio però a prendere decisioni basandosi soltanto su una questione.
la cina avrebbe tutto l’interesse a sdoganare le criptovalute in chiave antiamericana, e credo che a quelle latitudini ci abbiano già riflettuto.