Chi ci segue sul nostro canale Telegram e su Twitter sarà già a conoscenza di quanto accaduto nella serata di ieri. Coinbase ha confermato di aver ricevuto una Wells Notice da parte di SEC, una richiesta di informazioni alla quale in genere segue una citazione in giudizio.
Al centro delle speculazioni di SEC ci sarebbero tanto le operazioni di staking che Coinbase offre ai propri clienti, quanto il listing di certe criptovalute, in aggiunta poi al grande classico di tutte le accuse che l’agenzia federale muove verso le società cripto: la compravendita di titoli finanziari non registrati.
Una situazione che si evolverà e che finirà con ogni probabilità in tribunale, con Coinbase che però, tramite due suoi massimi dirigenti, ha già replicato alle accuse e annunciato che darà battaglia davanti alle corti, sia a difesa delle proprie operazioni, sia a difesa di un comparto che è da tempo nel mirino di SEC.
SEC: Wells Notice a Coinbase – cosa cercano?
Le Wells Notice sono comunicazioni ufficiali di richiesta di informazioni su determinate attività, in presenza del sospetto che siano illecite o comunque in violazione di regolamenti vigenti negli Stati Uniti, per quanto riguarda il settore finanziario. È questo il tipo di documento che sarebbe stato consegnato all’exchange di criptovalute di Brian Armstrong, Coinbase, che pur gode di uno status molto particolare negli Stati Uniti.
Sarebbero state contestate alcune procedure relative al listing di cripto all’interno dell’exchange, così come l’offerta presso il grande pubblico di servizi di staking, per quanto in realtà Coinbase faccia solo da veicolo, indirizzando i capitali dei clienti verso il protocollo di destinazione.
Ci sarebbe poi anche l’accusa di aver partecipato alla compravendita di titoli finanziari senza aver registrato tali attività presso SEC. Anche questo è un comportamento illecito e i canoni per individuarli sono così flessibili che SEC utilizza questo tipo di accusa come strumento di base per portare davanti ai giudici tutti i progetti cripto che prende di mira.
Non sappiamo altro e si dovrà probabilmente aspettare qualche settimana prima di saperne di più. Nel frattempo però il CEO di Coinbase ha già affidato a Twitter una prima risposta.
Coinbase ha ricevuto oggi [IERI, NDR] una Wells Notice da parte di SEC che riguarda i prodotti di staking e il listing dei crypto asset. In genere ad una Wells Notice segue un’azione legale.
Due anni fa SEC ha controllato il nostro business in dettaglio e ha dato approvazione affinché fossimo quotati in borsa. Il nostro S1 [il documento necessario da presentare prima della quotazione in boras] dimostra chiaramente come funziona il nostro processo di listing e include 57 riferimenti allo staking. Coinbase conduce un processo di indagine rigorosa sugli asset che va a listare e ne ha rifiutati più del 90%.
Mentre capiamo che tutto questo sia parte del percorso verso una riforma del nostro sistema finanziario, siamo nel giusto secondo la legge e crediamo fortemente nei fatti e diamo il benvenuto all’opportunità per Coinbase (e per estensione per la community crypto) di difendersi di fronte ad una corte.
Siamo orgogliosi di poter difendere i nostri clienti e la nostra industria. Durante il procedimento legale offriremo un forum aperto per mostrare a tutti il comportamento privo di giustizia di SEC.
Una lunga difesa affidata ai social il cui angolo più importante è l’annuncio di una battaglia legale che – forse con un pizzico di esagerazione – dicono di voler combattere non solo per Coinbase, ma per l’industria nel suo complesso.
Questione complessa: potrebbe essere la battaglia finale negli USA
Partendo dal fatto che il mandato di Gary Gensler non sarà eterno e che Coinbase, al contrario di tanti altri player finiti sotto la lente di SEC, potrà contare su appoggi politici ben più solidi, riteniamo anche noi che questa sarà una battaglia definitoria per tutto il settore negli Stati Uniti e con effetti che probabilmente si produrranno anche in altre parti del mondo.
Difficile per ora dire chi abbia ragione, pur essendo maturato il sospetto – anche nei meno maliziosi – che dietro le mosse di SEC ci sia poco di giusto e di equo e molto di una caccia alle streghe priva di alcun senso. Una caccia alle streghe che sta costando molto agli USA anche in termini di ritardi accumulati nei confronti di altre giurisdizioni.
E il fronte repubblicano, a partire da Tom Emmer, passando per altri papaveri di partito come Ted Cruz e finendo su Ron DeSantis prossimo alla candidatura alle primarie repubblicane, non sembrerebbe essere dello stesso avviso di Gensler. Le cose, per intenderci, potrebbero cambiare anche passando dalle urne.
Coinbase ha sempre cercato contatti con SEC
Coinbase ha in realtà cercato a più riprese contatti con SEC, anche allo scopo di contribuire al processo di verifica, controllo e di creazione di un nuovo ambiente regolamentare. Tentativi andati a vuoto, a quanto parrebbe.
Soltanto pochi giorni fa aveva inviato anche una petizione nella quale difendeva le proprie operazioni e in particolare lo staking. Perché tanta attenzione a questo aspetto? Semplice: perché è molto redditizio per il gruppo e, prevedibilmente, cercheranno di difenderlo con le unghie e con i denti.
…come avevo scritto il mese scorso non ha importanza se SEC ha ragione o no…comunque questo processo sarà sicuramente un motivo per rallentare.. denigrare tutto il settore…e sarà sicuramente lunghissimo come quello di XRP per intenderci…
Buongiorno e le persone che sono state truffate da broker che dicevano di investire in coinbase e non si sa che fine hanno fatto i soldi come andrà a finire?
Ridaje: che devono andare a denunciare alla polizia postale.
La Sec non credo sappia che lei è stata truffata da uno sconosciuto (NON da Coinbase)