La questione meritava una puntata speciale del nostro Podcast. Sì, abbiamo parlato nel nostro appuntamento audio di 15 minuti delle recenti accuse di CFTC a Binance, accuse raccolte in una lunga denuncia che è stata depositata presso la Procura Federale di Chicago.
Tema del contendere la vendita e la promozione di certi prodotti derivati da parte di Binance sul territorio americano, sebbene non avesse mai e poi mai ottenuto licenza per questo tipo di prodotti da CFTC – e anzi ricorrendo ad entità estere proprio per eludere, almeno secondo la ricostruzione di CFTC, tali registrazioni e regolamentazioni.
Bitcoin è finito già, per questo ennesimo caso, sulla bocca del grosso della stampa mainstream, c’entra anche questa poco o nulle. E dati i tanti copia e incolla che si leggono in giro, forse fare un po’ di chiarezza diventa necessario.
CFTC contro Binance: cos’è successo esattamente?
CFTC, che è un’agenzia federale USA che si occupa di regolare il mercato dei derivati, ha accusato Binance di aver offerto (e di aver continuato ad offrire) accesso alla sua piattaforma, nonostante non fosse in possesso di alcun tipo di registrazione.
Come nel grosso degli altri paesi del mondo, l’accesso a questo tipo di strumenti è regolamentato non solo quando si tratta di criptovalute, e ammesso che siano vere le accuse di CFTC, Binance si troverebbe a dover affrontare una lunga e costosa causa legale con una potenziale multa miliardaria. Tra le richieste ulteriori di CFTC il ban perpetuo del CEO Changpeng Zhao da attività regolamentate negli USA e la restituzione di perdite patite dai clienti americani.
L’altra strada possibile, ne parliamo all’interno dell’ultima puntata del Podcast di Criptovaluta.it®: un accordo che risulti in una multa, ammorbidisca le pene personali (di carattere civile, non penale) e permetta all’exchange di proseguire senza colpo ferire.
- Quanto c’è di vero?
Binance, tramite un comunicato ufficiale, ha rigettato già parte delle accuse accessorie, almeno per quanto riguarda l’assenza di controlli KYC pervasivi, di procedure AML e per quanto concerne anche i 300+ account di trading che sarebbero sotto il controllo di CZ, CEO del gruppo.
Le accuse di CFTC sono per il momento soltanto accuse e dovranno essere dimostrate in tribunale.
- No, Bitcoin non c’entra nulla
È una questione che riguarda Bitcoin? No, niente affatto. La contestazione non riguarda il sottostante – le criptovalute in questo caso – ma la tipologia di contratto di Binance offriva (dice CFTC) a clienti americani pur senza avere alcun tipo di licenza a riguardo.
- Evasione?
Qualcuno ha anche parlato di evasione, probabilmente traducendo in modo automatico qualche articolo raccattato chissà dove su siti di lingua inglese. In realtà quanto viene contestato, in aggiunta, a Binance, è l’aver utilizzato società estere anche allo scopo di eludere le restrittive norme sulla registrazione per la proposta di questo tipo di contratti.
Bitcoin ha perso qualcosa, ma non è la fine del mondo
Bitcoin ha perso qualcosa a seguito di questa notizia, ma non è certamente la fine del mondo. Anzi, qualcuno ha accolto con stupore positivo la capacità di $BTC di mantenersi in quota 27.000$ nonostante una notizia che colpisce il più grande borsino mondiale per questo tipo di prodotti.
Staremo a vedere come reagirà il mercato poi con i successivi aggiornamenti che arriveranno con ogni probabilità dai primi contatti extra-giudiziali.