Ad aprile sapremo di che morte dovremo morire, dato che dovrebbe essere messo il sigillo finale sul complesso normativo anti-riciclaggio in UE,. Un complesso di norme che tra le altre cose renderà molto meno desiderabile detenere un self-hosted wallet, così come lo chiamano al Parlamento Europeo.
I cittadini europei dovranno scegliere tra la propria sicurezza e il non essere infastiditi dalle leggi per acquisti superiori ai 1.000€ e nel caso di rapporti con gli exchange per qualunque tipo di acquisto di criptovaluta.
Cosa sta succedendo a Bruxelles? È davvero una legge per combattere il terrorismo e il riciclaggio di denaro? E ammesso che sia così, a che prezzo per i cittadini europei? Seguiteci un attimo, perché partiremo dallo scorso novembre per un viaggio breve ma intenso.
L’UE accorda preferenza ai wallet… degli exchange
Ci sono altre chiavi di lettura per il complesso di norme sul mondo crypto e Bitcoin che il Parlamento Europeo ha infilato in una più complessa estensione delle norme anti-riciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo. Per chi si fosse perso quanto accaduto ieri ricordiamo che la Commissione per i Problemi Economici e Monetari (ECON) ha approvato con maggioranze bulgare delle nuove norme che andranno ad impattare sugli exchange di criptovalute e su detentori di crypto:
- Per ogni trasferimento da exchange verso self-hosted wallet, l’exchange dovrà certificarsi dell’identità del possessore di quel wallet.
No, non si tratta dell’identificazione alla quale dovete sottoporvi per aprire account presso la maggioranza degli exchange. Si tratta di un’identificazione aggiuntiva, perché ad essere oggetto della verifica sarà il wallet vostro o di altri, che gestite fuori dall’exchange.
- Per ogni pagamento in cripto superiore ai 1.000€ il venditore dovrà identificare il cliente
Potrete pagare in Bitcoin o crypto. Tuttavia se dovesse essere superato il limite di 1.000€ il negoziante, fisico o meno, dovrà verificare la vostra identità.
Ci sono poi altre norme, che riguardano il divieto di intrattenere rapporti commerciali con exchange o intermediari presenti in determinate liste in via di compilazione, ma non saranno oggetto di questa riflessione.
Terrorismo e anti-riciclaggio
Se ti opponi a queste due norme, sei dalla parte dei terroristi. Semplice, chiaro e cristallino, perché averle introdotte in un più ampio quadro normativo che vuole impedire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo ha, logicamente, questa conseguenza.
La domanda che sorge spontanea è se a Bruxelles credano che ci sia anche un solo movimento terroristico al mondo che raccoglie denaro in Bitcoin o crypto e poi faccia il giro di 100.000 negozi per riciclare 100.000€ comprando computer o magari orologi neanche troppo costosi.
Dato che abbiamo più rispetto per l’intelligenza degli europarlamentari di quanto probabilmente ne abbiano loro stessi, ci rifiutiamo categoricamente di pensare che qualcuno ritenga quanto riportato sopra possibile.
I movimenti terroristici hanno dato ampia riprova in passato di poter fare affidamento sul sistema bancario, su triangolazioni, shell company e altri sistemi in superficie perfettamente legali e che non devono affidarsi a centinaia di migliaia di spese da 1.000€.
Quali saranno le conseguenze di queste leggi?
Ce ne saranno diverse, per quanto in molti si ostinino a credere che dato che Bitcoin è nato per resistere alla censura, allora le conseguenze di queste leggi sono questione da deridere.
- Più difficoltà per i commercianti e meno adozione
È certamente vero che molti degli appassionati di Bitcoin, noi compresi, siano disposti ad un leggero martirio per la causa. E quindi a passare da procedure magari complicate, articolate. Tutto per la causa.
Nel mondo della gente normale, o come li chiamiamo un po’ tutti… dei normie, in tanti metteranno sulla bilancia la possibilità di accettare Bitcoin con l’enorme quantità di stupidaggini burocratiche alle quali dovranno ottemperare. Si possono vendere in nero i computer o i beni sopra i 1.000€? Non è una soluzione.
- Criminalizzazione a priori
Essere in possesso di criptovalute e volerle utilizzare nel modo più naturale e più sicuro, e cioè detenendole per conto proprio, con chiavi private proprie e nelle mani di nessun altro, sarà motivo di sospetto.
E questo messaggio passerà soprattutto tra i nuovi arrivati: se l’UE impone l’identificazione quando utilizzerete tali wallet, che tipo di reazione vi aspettate da una parte di pubblico? Potrete definirli tonti, ma il tentativo di criminalizzazione dovrebbe essere evidenti a tutti.
La conseguenza più grave: la spinta verso infrastrutture meno sicure
Il danno maggiore sarà per la sicurezza degli utenti e per le migliori pratiche per la custodia dei propri satoshi o delle proprie criptovalute.
Il tema è questo: l’UE vuole accordare un trattamento di favore – ancora non è chiaro su quali basi – a quegli exchange che decideranno di registrarsi in Europa seguendo altri complessi normativi.
I wallet – che poi wallet non sono – detenuti presso questi intermediari godranno di un trattamento preferenziale e questo – se gli incentivi servono ancora a determinare alcuni comportamenti umani – comporterà maggiore utilizzo di questo tipo di infrastruttura.
Che problema c’è? ci chiederà certamente qualcuno. Guardiamo anche soltanto a novembre – o se volete a gennaio – rispondiamo noi.
Il caso FTX, del quale la stessa Commissione si è completamente disinteressata dopo una riunione di emergenza di facciata, dovrebbe parlare chiaro. Chi ha utilizzato FTX per acquistare Bitcoin o cripto e poi le ha trasferite sul proprio wallet ha perso esattamente zero. Chi ha invece lasciato il proprio criptodenaro presso l’exchange, oggi è in lista con altre migliaia di persone nella speranza che dalla procedura fallimentare venga fuori qualche tipo di ristoro.
FTX era alle Bahamas? Non esattamente, ma così fosse possiamo guardare ad un esempio molto più vicino a casa nostra. The Rock Trading, con tanto di uffici in Italia e regolare registrazione all’OAM è finito come è finito e anche gli utenti che hanno detenuto crypto presso l’exchange… sono rimasti con un pugno di mosche in mano.
Comportamenti che gli appassionati cripto e Bitcoin sottolineano da sempre come rischiosi, ma che con le nuove leggi UE – che saranno discusse definitivamente il prossimo mese – diventeranno invece consigliati dalle autorità.
Non mi fido per nulla di questi personaggi. Secondo me hanno un piano ben preciso e cioè quel trattamento di favore di cui parlate è di creare un altro caso FTX tramite gli exchange che si registrano in Europa in maniera di derubarci e poi dare la colpa al SBF di turno e intanto godersi la refurtiva in qualche paradiso fiscale. Poi ricomincerà la stessa solfa di bitcoin associato alle truffe e avanti così ma fino a quando non chiudono il mercato delle cripto può anche andar bene perchè il mercato fluttua e i prezzi vanno e vengono. Comunque io di queste persone non mi fido. Spero di sbagliarmi. Buona giornata.