Mentre l’amministrazione Biden critica il mining Bitcoin e propone un’accisa aggiuntiva del 30% sul consumo energetico, alcuni gruppi cercano alternative. Bitdeer Technologies intende raccogliere 500 milioni di dollari da investitori istituzionali per avviare nuove attività di mining in Bhutan, in collaborazione con il fondo sovrano dello stato himalayano, Druk Holding and Investments.
La notizia è stata ulteriormente confermata da un comunicato stampa dell’azienda, quotata al NASDAQ. L’azienda non è estranea a tali operazioni al di fuori degli Stati Uniti d’America, una regione sempre più inospitale sia per il mining sia per le transazioni di criptovalute e Bitcoin.
Il comunicato stampa di Bitdeer e Druk Holding
Il comunicato stampa è stato rilasciato poche ore fa e annuncia l’inizio della raccolta fondi alla fine di maggio. I fondi raccolti saranno utilizzati per avviare attività di mining in Bhutan, in collaborazione con il fondo sovrano del piccolo stato situato alle pendici dell’Himalaya.
Siamo entusiasti di lavorare con Druk Holding & Investments per accedere all’energia a zero emissioni del Bhutan, per sostenere quelle tecnologie blockchain che saranno la pietra angolare della riserva di valore globale. Il nuovo Fondo rappresenta anche un percorso per incoraggiare gli i network globali che stanno guidando crescita e innovazione nel settore tecnologico in Bhutan.
Questo è il commento di Jihan Wu di Bitdeer, a cui si è unito anche quello di Ujjwal Deep Dahal, rappresentante del Fondo Sovrano del Bhutan:
Siamo entusiasti di collaborare con Bitdeer riguardo questo importante sviluppo per DHI. DHI esiste per il miglioramento delle vite dei bhutanesi oggi e per le generazioni future. La partnership con Bitdeen per lanciare il mining di asset digitali carbon-free rappresenta un investimento per un’economia locale più sostenibile e connessa, aiutandoci ad assicurarci di essere sulla frontiera dell’innovazione globale.
Per cosa sarà utilizzato il capitale?
Il capitale raccolto sarà impiegato nella costruzione di data center e per l’acquisizione di macchine ASIC e più in generale per il mining. Una porzione dei fondi raccolti sarà destinata anche allo sviluppo di fonti di energia rinnovabili come centrali idroelettriche e a idrogeno.
Non è chiaro se l’acquisizione di potenza di calcolo sarà destinata poi soltanto al mining, dato che nel comunicato stampa si parla anche di datacenter per l’intelligenza artificiale e per il machine learning.
Spazio anche ai metaverse
In una parte del comunicato si citano inoltre i metaverse, senza che sia chiaro in che termini verranno coinvolti e per quali motivi abbiano bisogno di grande potenza di calcolo che può essere sostenuta tramite energia green, abbondante nel piccolo stato himalayano.
Il rischio, almeno secondo le frange più radicali degli appassionati Bitcoin, è che si finisca come nella Repubblica Centrafricana, dove un’iniziale sostegno a Bitcoin è stato veicolo per l’emissione di un proprio token e per altre iniziative poi fallite. Fallimento che si è trascinato dietro anche la successiva apertura a $BTC.
Quando stati sovrani e Bitcoin incrociano le strade, la diffidenza è d’obbligo, anche soltanto sulla scorta di quanto avvenuto recentemente a altre latitudini.