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Binance contro reuters terrorismo

Reuters a Binance: 190 conti Hamas e ISIS | Exchange si difende

Binance ancora accusato da Reuters. L'exchange non ci sta e difende il suo operato, anche nella lotta al terrorismo

Continua la battaglia tra Reuters e Binance, con l’agenzia di stampa che ha pubblicato nella giornata di ieri un articolo riguardante l’utilizzo da parte di individui legati a Hamas e ISIS della piattaforma di Changpeng Zhao. Un articolo che in altre circostanze forse non avrebbe sollevato grandi polemiche, ma che dati gli ormai ampi trascorsi tra le due entità è stato occasione di ulteriore dibattito.

Di cosa si parla? Del fatto che le autorità israeliane abbiano bloccato circa 190 account Binance negli scorsi 18 mesi, account a quanto parrebbe legati a personaggi di collegamento con Hamas e ISIS e altri gruppi terroristici. Il grosso degli account sarebbe comunque legato a Hamas, nome che tra le altre cose è presente nel recente j’accuse di CFTC sempre ai danni di Binance.

L’exchange ha però risposto per le rime in un lungo post sul blog ufficiale, difendendo il suo operato e ribadendo la sua piena collaborazione con le autorità in tutto il mondo.

Di cosa è stata accusato Binance?

Reuters ha pubblicato nella giornata di ieri 4 maggio un lungo reportage riguardante il sequestro da parte delle autorità israeliane, nel corso degli ultimi 18 mesi, di quasi 200 account legati a ISIS (sembrerebbe soltanto due sul totale) e Hamas. Una notizia che è stata diffusa dall’Israel National Bureau for Counter Terror Financing, divisione di intelligence che si occupa di ostacolare le possibilità di finanziamento di Hamas e di altri gruppi in guerra con lo Stato di Israele.

Reuters lamenta anche il fatto di non aver ricevuto risposta da Binance riguardo la questione e prima della pubblicazione di suddetto articolo, salvo poi aggiungere parte della risposta che Binance ha affidato al suo blog ufficiale.

La difesa di Binance

Binance difende il suo operato e la sua collaborazione, ormai storica, con le autorità in diversi paesi del mondo.

Riguardo le specifiche organizzazioni che sono menzionate nell’articolo [di Reuters], è importante chiarire che i malintenzionati non registrano account con il nome delle loro imprese criminali.

In altre parole, prima dell’intervento delle autorità o in assenza di previa segnalazione, è difficile per Binance stabilire collegamenti tra individui e organizzazioni per le quali starebbero operando.

L’exchange ha poi aggiunto:

Non conosciamo alcun exchange – o qualunque altra istituzione finanziaria – che faccia oggi più per tenere malintenzionati fuori dalla piattaforma di Binance.

Per quanto la frase possa sembrare contorta, si intende che gli standard oggi implementati da Binance sono oltre quanto richiesto dalla legge e anche oltre quanto sta facendo la competizione, tanto tra gli exchange quanto tra le istituzioni finanziarie classiche.

Binance ha correntemente 750 impiegati che si occupano di compliance, molti dei quali con un background tra le forze dell’ordine o da regolatori. Quest’anno abbiamo aiutato le autorità a sequestrare oltre 1 miliardo di dollari. Quasi la metà del nostro team compliance si occupa nella verifica di sanzioni, contro il riciclaggio di denaro, con lo screening di nomi, KYC e verifica delle transazioni on-chain.

Una storia che arriva da lontano – e che continuerà ancora per molto tempo

Quella tra Reuters e Binance è una storia che non è nata ieri e che probabilmente continuerà ancora a lungo. L’exchange lamenta da tempo la presenza di reportage che omettono volontariamente fatti importanti al fine di stabilire di volta in volta le responsabilità di Binance.

Binance si difende, citando i dati

Tali reportage talvolta vengono poi utilizzati, aggiungiamo noi, come materiale per accuse che vengono mosse da regolatori e autorità, anche quando non hanno giurisdizione sui casi specifici. È il caso delle recenti accuse di CFTC a Binance, che tra le altre cose citano proprio la presenza di attori legati a Hamas sulla piattaforma, ricorrendo anche a chat interne del gruppo.

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1 anno fa

ormai la rotta è definita, si torna alla guerra fredda (e anche vera) e ai due blocchi, ma questa volta di la del muro non ci sono più zulu con l’anello al naso ma la fabbrica del mondo e governi che hanno imparato la lezione. auguri a la merica e al suo cane europeo!