Una strana corsa, con alcuni degli exchange di seconda fascia che stanno facendo a gara a listare i meme token più disparati. Cercano di cavalcare l’onda dell’entusiasmo che – nel mondo crypto – forse mancava da troppo tempo. Sì, è una questione di Pepe, che pur dopo un’importante correzione negli ultimi giorni continua a essere tra gli asset – passateci il termine – più ricercati.
E c’entrano anche tanti emuli che vorrebbero percorrere, probabilmente senza speranza, la stessa parabola.
Poloniex guida la febbre meme, Gate.io segue a stretto giro. I più grandi – e quelli forse con una reputazione pubblica più importante da difendere – giocano d’attesa. E per noi, al netto di chi dice di aver guadagnato milioni – una questione di cui discutere anche per proteggere i nostri lettori e far comprendere loro che tipo di meccanismi ci siano dietro queste quotazioni.
Non è certamente detto che gli exchange debbano svolgere anche un luogo di curatori del mercato. Vale però la pena capire quali siano certe dinamiche anche per evitare di interpretare certi listing come una sorta di vidimazione e di approvazione di certi progetti, che poi progetti non sono.
Febbre da meme coin: il ruolo degli exchange
Su Pepe abbiamo già ampiamente discusso. Quando i volumi si sono fatti importanti è arrivata anche la cavalleria degli exchange crypto – e cioè Binance, che è stato l’unico scambio dei principali a quotare $PEPE. Gli altri, da OKX a Huobi, passando per Poloniex e Gate.io, sono invece più aperti a certe pratiche e dunque forse non degni di notizia. O forse no.
Vi abbiamo parlato qualche giorno fa dell’iniziativa dell’ecosistema di Justin Sun per accaparrarsi più meme token possibili e vi abbiamo anche anticipato che con ogni probabilità questo sarebbe andato a impattare sulle operazioni e sulle scelte dell’exchange a lui collegato, Poloniex.
Prima di continuare: a Justin Sun abbiamo dedicato un intero numero del nostro Magazine – ance per capire chi è, come si muove e che tipo di azioni in genere prepara sul mercato.
Nella giornata di ieri Poloniex ha postato sul suo profilo Twitter ufficiale un’infografica che riporta i gain massimi ottenuti da tutta una serie di token meme che sono stati listati, senza farsi troppe domande, sull’exchange nel corso di questa e della scorsa settimana.
Guardate bene l’infografica perché il diavolo metaforico si nasconde spesso nei dettagli. Probabilmente le grandezze matematiche riportate sono corrette, ma parlano del prezzo al picco, magari raggiunto per pochi secondi, su token a bassa capitalizzazione e che hanno ricevuto una spinta, con ogni probabilità, proprio dalla quotazione di Poloniex.
Nei giorni successivi poi si è proceduto a quotare altri token della stessa risma, da $POOH, a $BEN, passando anche per $WASSIE, $JEFF e tanti altri token neonati che provano a sfruttare la grande fame di gain da slot machine che sta dominando il mercato crypto.
La discussione etica la lasciamo a altri: vale però la pena capire che tipo di meccanismo sia
I meme token generano volumi, per qualcuno generano guadagni e per tanti altri perdite da capogiro. L’unica lezione che possiamo trarre da quanto sta avvenendo sul mercato – e su certi exchange – è che non dovreste mai prendere come consiglio di investimento quanto avviene nei listini di questo o quell’exchange, in particolare quando hanno attivato campagne di questo tipo.
Il ragionamento lo ha quotato un exchange, quindi è un buon prodotto lascia il tempo che trova – e più spesso lascia con perdite vicine al 100%. Non viviamo in un mondo dove agli exchange è demandata la cura dei propri listini e la separazione tra quanto potrebbe avere senso e quanto potrebbe non averlo. Agite dunque per conto vostro, sempre e ragionando con la vostra testa.
Per quanto riguarda gli exchange che offrono questo tipo di attività, starà a voi decidere. Non è detto che debbano offrire una cura editoriale e di mercato. A patto però di saperlo prima.