Bitcoin farà nuovi massimi, anche se non nel 2023. A dirlo è Arthur Hayes, che in molti ricorderanno come fondatore di BitMEX, oggi a capo di una società privata di investimenti, ma sempre molto attivo nel mondo di $BTC e delle criptovalute. Il popolare analista, esperto e – perché no – anche influencer della community ha fatto le sue previsioni sul ritorno di Bitcoin ai massimi.
Sarà certamente raggiunto un prezzo superiore ai 70.000$, anche se secondo Hayes non quest’anno. Si dovrà guardare al 2024 come anno per un nuovo ATH – All Time High – per poi assistere nel 2025 e nel 2026 alla definitiva esplosione di Bitcoin come asset e riserva di valore.
La previsione di Hayes è stata resa pubblica durante un’interessante intervista per il podcast What Bitcoin Did di Peter McCormack. Ma cerchiamo di vedere in dettaglio cosa ha detto Hayes e se la sua previsione potrebbe o meno essere credibile.
Nel 2024 nuovi massimi, poi Bitcoin sulla luna
Le prospettive sono di lungo periodo, almeno secondo i ritmi compressi ai quali Bitcoin è abituato a operare. Si parla infatti di un 2023, almeno secondo Arthur Hayes, che sarà di grande volatilità e durante il quale Bitcoin non riuscirà a ottenere nuovi massimi.
Non credo raggiungeremo i 70.000$ durante quest’anno. Credo che supereremo questa barriera l’anno prossimo. E poi sarà un’esplosione e finalmente l’armageddon.
A sostenere questa lettura l’arrivo durante il prossimo anno dell’halving che dimezzerà le ricompense per i miner, evento che storicamente è stato sempre bullish per Bitcoin, seppur mediamente con un certo ritardo.
Una previsione credibile?
Arthur Hayes ha giustificato la sua previsione facendo riferimento ad un quadro fosco per l’economia su scala mondiale, falcidiata dall’inflazione e da uno spazio di manovra molto stretto per le principali banche centrali.
Nei momenti di crisi del 2023 l’intero comparto, con Bitcoin in testa, ha effettivamente reagito positivamente – e potrebbero esserci presupposti positivi se la crisi dovesse protrarsi più a lungo.
Questo a patto che Bitcoin confermi la sua nuova tendenza a muoversi più come l’oro che come gli asset di rischio. Non è detto che lo faccia, per quanto sul breve periodo si sia comportato esattamente così.
Incertezza domina i mercati
Sui mercati, nonostante si parli ormai di accordo prossimo per l’innalzamento del tetto del debito negli USA, l’ansia non si placa. L’ipotesi 25 punti base per i tassi di interesse è tornata a essere la più probabile per i mercati, per quanto le cose potrebbero cambiare di nuovo da qui al mese prossimo, quando il FOMC sarà chiamato a decidere.
Di questioni però aperte sul fronte economiche ce ne sono ancora diverse, dalla crisi bancaria che potrebbe tornare a fare capolino fino invece alle diverse crisi politiche e militari che sembrano maturare, in particolare a oriente.
Massima tensione per il 2023, che per Bitcoin però potrebbe essere un anno di carica. Almeno secondo Arthur Hayes, che certamente ha l’esperienza giusta per esprimere un’opinione così forte ed essere preso allo stesso tempo sul serio.
La capitalizzazione dell’oro è maggiore rispetto a quella di bitcoin ma il suo valore è minore circa un decimo quindi due sono le considerazioni, o bitcoin è già deflattivo o il suo valore è sopravalutato. E’ probabile che sia già deflattivo ma siccome è anche legato al tasso di adozione è anche molto volatile e dopo ogni minimo ritorna al valore precedente ed è questo che attira di più gli investitori e gli speculatori e non il fatto che venga adottato come sistema di pagamento globale. Non serve chiamarsi Arthur Hayes per prevedere il ritorno di bitcoin ai suoi massimi perchè sappiamo tutti che è possibile una volta che certi valori sono già stati acquisiti in passato ma dipende tutto dal tasso di adozione, la bravura è individuare la tempistica esatta. Sul fatto che poi ci sarà la definitiva esplosione e l’armageddon sono d’accordo anch’io ma prima si dovranno vedere nuovi minimi.
Beh sebbene abbia una blockchain meno trasparente l’oro ha una market cap di circa 12.5 T$ da dividersi su circa 33000 tonnellate se ben ricordo.
La produzione annuale è variabile, e dipende (anche) dal prezzo di mercato, a differenza di Bitcoin.
L’inflazione di Bitcoin è scesa già con l’ultimo halving, al di sotto dei dati più recenti dell’oro.
La adoption invece, scevra da speculazione, quella quasi assiomaticamente non può calare ed ha poco senso rimanga invariata, fino a che nessuno si inventerà qualcosa di meglio.
Il che mi pare gravoso anche solo da immaginare, figuriamoci da capitalizzare fino ai 500 B$ di Bitcoin.
Mi piace di più leggere queste previsioni a palla di vetro pure ottimistiche ma con almeno un minimo di realismo.
E’ vero hai toccato un tasto giusto, manca ancora qualcosa che attiri più interesse. L’oro è oro e attualmente viene preferito a bitcoin di cui dobbiamo concentrarci sul mercato ma finchè sarà legato al tasso di adozione serviranno capitali importanti a meno che non inverta la rotta per altri motivi.