Grandi manovre nel Regno Unito. Re Carlo firmerà il complesso di leggi che renderanno le criptovalute e Bitcoin una categoria di asset regolamentata, che sarà dunque sempre possibile scambiare nel paese, senza che ci sia più il timore, per quanto remoto, di un ban totale.
Si tratta di una mossa doppiamente importante per il Regno Unito, dato che non fa parte più dell’UE e dunque non sarà tra i paesi a ricevere il complesso normativo fissato all’interno del MiCA, un complesso normativo che parimenti offrirà alle crypto e a Bitcoin un mercato regolamentato e al riparo da colpi di testa delle autorità e dei regolatori.
Si chiude così il cerchio in una delle piazze finanziarie più importanti al mondo, piazza finanziaria che a diverse riprese ha provato a diventare uno degli HUB su scala mondiale per questo mercato, sfruttando già le enormi leve che sono presenti a Londra in quanto hub finanziario di livello mondiale.
Anche nel Regno Unito arriva la regolamentazione
Con l’assenso di Re Carlo, comunque dovuto in un Regno dove il Re svolge un ruolo puramente formale e di rappresentanza. Ci sono però comunque motivi per gioire dalle parti di Londra, dove ai regolatori viene servito il mercato crypto e Bitcoin, che diventa così un mercato finanziario in piena regola.
Qualcosa che interesserà poco i duri e puri, ma che cambia lo scenario per gli exchange e per tutti quegli intermediari che vogliono offrire servizi, anche finanziari, ritagliati sulle crypto e su BTC.
Le discussioni andavano avanti da luglio 2022 e comporterà l’assegnazione di maggiori poteri ai regolatori come FCA, limitando al tempo stesso (e rendendole legali) le pubblicità per il settore.
Sarà una gestione tripartita tra Tesoro della corona, FCA (l’omologa di CONSOB nel Regno Unito) e anche della Banca Centrale, rispettivamente per i settori di interesse.
Starà da vedere come cambierà lo scenario con l’introduzione dei successivi regolamenti, che potrebbero offrire via libera anche ad operatori internazionali che non si sono ancora installati nel paese.
Mancano ormai solo gli USA
Delle grandi giurisdizioni con importanti hub finanziari manca ormai soltanto quella degli Stati Uniti d’America, che cominceranno a discutere nelle competenti commissioni un importante impianto normativo che, tra le altre cose, dovrebbe limitare i poteri si SEC in termini di attacco al mercato.
In Europa invece si attende, con un po’ di ansia per i principali operatori, l’arrivo del MiCA, che uniformerà la disciplina in tutta l’Unione e permetterà agli exchange di non prestarsi più alla questua di licenze paese per paese.
Le normative, nel complesso, riguardano per ora gli aspetti più legati agli scambi finanziari e meno la gestione dei progetti e il loro relativo utilizzo.
Altri paesi, come il Giappone, si sono invece mossi da tempo regolando il mercato e lasciando la porta aperta a nuove riaperture (o chiusure). Tutto questo mentre alcuni paesi come l’India (appoggiata da IMF) spingono per un’ulteriore regolamentazione a livello globale. Che probabilmente… non arriverà.