Siamo al capitolo finale dello scontro tra Gemini (e altri creditori che poi analizzeremo) e Digital Currency Group, il più grande gestore di fondi privati nel mondo crypto, che sta affrontando già un fallimento con la sua controllata Genesis. Parliamo di quello che abbiamo definito a più riprese su Criptovaluta.it come il Grande Malato, in una situazione che pur essendo grave e seria, non sta trovando molto spazio all’interno delle principali pubblicazioni del mondo crypto.
La notizia è breve: Gemini si è stancata di aspettare piani di ristrutturazione del debito che non arrivano mai e ha consegnato dei termini perentori a Barry Silbert, CEO di Digital Currency Group per la soluzione di una questione che ha lasciato oltre 230.000 utenti di Gemini senza le dotazioni che avevano conferito a Genesis tramite il programma Earn.
Una situazione che non sembrerebbe aver trovato ancora soluzione e che ora si appresta a vivere il suo capitolo finale, con le cartucce a disposizione di Barry Silbert che sono, ormai, sempre meno.
Gemini pubblica termini perentori per la soluzione del caso Genesis e DCG
Servirà tornare sull’antefatto che ha portato all’incresciosa situazione di Digital Currency Group. Una delle sue controllate, Genesis, che offriva servizi di prestito e credito retribuiti a diversi operatori crypto, è in fallimento da ormai qualche mese. Il fallimento ha lasciato Genesis e i suoi clienti nell’impossibilità di prelevare somme importanti che erano depositate presso i servizi di Genesis. Dopo settimane di trattative poi saltate, non è arrivata alcuna soluzione o proposta di soluzione da Digital Currency Group, che possiede Genesis – con i tempi di recupero delle somme che si allungano e con DCG che ha mancato anche il pagamento di 630 milioni di debito che aveva nei confronti della stessa controllata.
L’evoluzione più naturale della questione sarebbe il fallimento di Digital Currency Group, cosa per ora evitata grazie all’ottenimento di un periodo di mediazione che però non sembrerebbe aver portato a nulla.
E esauriti i termini, arriva una proposta perentoria da parte di Gemini, un ultimatum che potrebbe mettere in ginocchio DCG e anche causare problemi legali a Barry Silbert, CEO di DCG.
275 milioni dovranno essere consegnati dopo accordo PSA. 355 milioni dovranno essere consegnati in 2 anni dalla data dell’accordo. 835 milioni saranno invece dovuti entro 5 anni dalla data dell’accordo. Il totale è di 1.465 milioni di dollari.
Un accordo che permetterebbe a Gemini di rientrare in possesso di quanto dovuto da Genesis e probabilmente rimborsare anche i propri clienti. Alla proposta è accompagnata anche una lunga lettera di accusa a Barry Silbert, che Cameron Winklevoss, uno dei CEO del gruppo Gemini, ha affidato anche a Twitter.
Barry, oggi fanno 229 giorni da quando Genesis ha interrotto i prelievi e 174 giorni dall’ultima volta che ti ho scritto. Ti ricordo che ti scrivo per conto di 232.000 clienti Earn che hanno oltre 1,2 miliardi di dollari di asset bloccati dentro Genesis, una società controllata e di proprietà di Digital Currency Group, una compagnia controllata da te.
Per poi continuare:
Come sai bene, DCG ha tenuto comportamenti fraudolenti. Come leader della compagnia, hai favorito una cultura di bugie e di sotterfugi, molti dei quali sono di pubblico dominio.
Oltre al lungo j’accuse anche nella lettera sono contenuti dei termini perentori, degli ultimatum che Gemini sarebbe disposta ad attivare nel caso in cui i termini perentori di cui sopra non dovessero essere accettati.
Game Over: ti scrivo per informarti che i tuoi giochi sono giunti al termine. Oltre ad aver interrotto le possibilità di una risoluzione, i tuoi giochi hanno fatto spendere più di 100 milioni di dollari in parcelle, che sono andate agli avvocati e ai consulenti a spese dei clienti di Earn. Quando è troppo è troppo.
Per questo motivo, eccoti la mia offerta migliore e finale. Questa proposta è equa e ragionevole per tutti e rappresenta la base che i creditori, che dovranno supportare questo accordo, accetteranno. Se non accetti questo accordo entro le 4 PM ET del 6 luglio, noi procederemo nel seguente modo:
E indica la possibilità che sia DCG sia Barry Silbert personalmente siano citati in giudizio. Ci sarà poi la richiesta del fallimento di Digital Currency Group per i 630 milioni di dollari non restituiti a Genesis, la proposta di un piano di recupero a questo punto non consensuale e una causa presso UCC, che è il comitato dei crediti non coperti da garanzia.
Perché è una questione importante per il mondo Bitcoin e cripto?
Perché DCG controlla il più grande trust Bitcoin al mondo, che ha in dotazione oltre 630.000 BTC e che è rimasta una delle poche fonti di profitto per il gruppo. Tutto questo mentre ieri è arrivata la notizia del nuovo filing di BlackRock e mentre DCG sta disperatamente cercando di convertire anche il proprio trust privato in un ETF.
Una situazione che va ad incrociarsi con quella attualmente più calda per il mondo Bitcoin e che certamente sarà da seguire con occhi e orecchie aperti. Manca poco alla scadenza dell’ultimatum: tra 72 ore sapremo di che morte dovrà morire DCG.