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Crisi degli exchange c'è ed è qui

Emergenza crypto Exchange: numeri parlano chiaro | È crisi?

Torniamo sulla situazione degli exchange. Gli elementi della crisi ci sono tutti, anche senza tirare in ballo i recenti problemi legali.

Ci sono diverse metriche che abbiamo seguito nelle ultime settimane per quanto riguarda gli exchange. E ci sono diversi punti da fare su una situazione che a nostro avviso comincia ad essere preoccupante forse no, ma comunque segno di una profonda redifinizione del mercato delle criptovalute. O forse sarebbe il caso di parlare dei loro agenti, degli intermediari che almeno fino ad oggi hanno svolto un ruolo fondamentale per il mercato.

Volumi, quantità di Bitcoin e Ethereum presenti sulla piattaforma, scambi, servizi aggiuntivi. Da qualunque angolo si voglia guardare alla questione, i più grandi danni del bear market li stanno patendo gli exchange, per grandi o piccoli che siano.

Senza tenere conto poi di quanto sta avvenendo sul fronte legale, dove i due principali exchange stanno vivendo un momento di particolare difficoltà a partire da Binance e per finire su player decisamente meno importanti come Bittrex.

Non lanceremo un nuovo allarme exchange: ma è bene capire di che tipo di situazione parliamo

Alla questione exchange abbiamo dedicato diversi approfondimenti sul nostro Magazine – ed essendo passato del tempo è forse il caso di guardare a quanto sia cambiata la situazione – anche in relazione ad un giugno scoppiettante grazie all’arrivo di BlackRock, almeno in termini di prezzi.

Certe situazioni però non solo non sono migliorate rispetto a maggio e aprile, ma sono addirittura peggiorate, confermando dei trend che a nostro avviso sono partiti dal caso FTX e che difficilmente sarà possibile invertire.

  • Sfiducia

Con ogni probabilità la situazione degli exchange attuale non dipende soltanto dallo scarso interesse che sta suscitando il mondo Bitcoin e crypto, ma anche dalla sveglia suonata dalle crisi di FTX e non solo. Qualcuno deve aver imparato la lezione – ne è segno il successo che hanno avuto gli hardware wallet anche tra neofiti – e la quantità, come vedremo più avanti, di Bitcoin e Ethereum che sono usciti dagli exchange.

  • Noia

I volumi sono e rimangono bassi. Qualche evento esogeno – vedi proposta ETF di BlackRock – fa ritornare gli scambi in alto, ma si è nel complesso su livelli di scambi asfittici. La cosa riguarda un po’ tutto il comparto – fatta salva qualche eccezione sporadica e di durata breve come i meme token.

  • DEX vs CEX

Anche se il dato sembrerebbe in via di normalizzazione – il 2023 è stato un anno molto prolifico per gli scambi decentralizzati come Uniswap. Ha certamente pesato – è evidente dal grafico – il successo dei meme token, che almeno in fase di avvio non si trovano presso gli exchange.

Dati The Block – I CEX ai massimi storici

Non riteniamo però che questa sia tutta la storia. Giugno non è stato un mese particolarmente prolifico per i nuovi progetti, eppure il rapporto DEX / CEX è cresciuto del 25%.

Dopo le premesse: i dati che fanno riflettere

Oltre agli stati d’animo di una clientela sempre meno disposta, a quanto parrebbe, non solo a fare trading perché annoiata, ma anche a usare gli exchange centralizzati.

  • Riserve di Bitcoin

In caduta libera e apparentemente irreversibile già dal 2020. Il grafico che riportiamo rappresenta la percentuale di Bitcoin sul totale del circolante che sono su un qualunque exchange.

BTC exchange
In arancione la percentuale di Bitcoin detenuti sugli exchange

C’è un’accelerazione chiara a partire da novembre, mese del crollo di FTX e dell’avvio del Chapter 11. Si tratta però di un trend che non è legato soltanto alla fine dell’exchange di FTX, come è appunto evidente dal grafico.

  • Riserve di Ethereum

Un grafico molto diverso da quello di Bitcoin. E qui subentra un altro fattore: lo staking. Per gli utenti diventa molto più conveniente partecipare allo staking.

Ethereum data exchange
Ethereum: calo ancora più ripido

Il grafico di cui sopra è della stessa tipologia di quello che abbiamo proposto per Bitcoin. La percentuale finale è più alta, ma in calo molto più rapido.

Lido Finance ETH
Lido – TVL in Ethereum, recuperato anche il gap post Luna

Il grafico qui sopra è invece relativo alla TVL misurata in Ethereum su Lido Finance, il più rappresentativo di questi protocolli di liquidità staking. Un parte importante di quanto forse era sugli exchange ora è finito… altrove.

Sul fattore Ethereum hanno pesato anche l’interruzione dei servizi Staking as a Service di Coinbase, Kraken e di altri exchange minori negli USA e in Giappone.

  • Volumi

La media mobile a 7 giorni sembrerebbe segnalare una leggera ripresa a giugno. Tuttavia si tratta di volumi ancora estremamente bassi rispetto agli ultimi 12 mesi, comunque non entusiasmanti.

The Block exchange data
Dati The Block

Perché dovrebbe essere un problema per gli exchange? Perché le commissioni che riescono ad incamerare è in funzione dei volumi di scambio che fanno registrare. Fare il calcolo senza guardare a dati forniti dagli stessi exchange è comunque difficile.

Le situazioni tra i diversi exchange è molto diversa: sul dollaro depositato Crypto.com ha chiaramente più introiti rispetto a exchange che fanno il grosso dei volumi con grandi trader che accedono a tariffe e commissioni più basse. Tuttavia è comunque termometro della pessima situazione generale.

I servizi accessori sono l’unica fonte chiara di reddito?

Non è ancora maggioritaria, ma è comunque fondamentale. Qui abbiamo analizzato ad esempio il bilancio di Coinbase, dove emerge chiaramente che stablecoin (USDC in quel caso) e servizi di custodia valgono molto per i bilanci dell’exchange.

Lo stesso è evidente per chi gestisce Tether – con gli introiti di iFinex che sono in larga parte derivanti dalla gestione di USDT e non di Bitfinex.

Coinbase ha anche portato a casa – nel caso in cui dovessero essere approvati gli ETF Bitcoin Spot di BlackRock e di altri gestori – la custodia e l’accordo di sorveglianza con il NASDAQ, altra fonte di reddito.

E per gli altri?

  • Staking

Negli USA ormai scotta come carboni ardenti. Kraken lo ha interrotto. Coinbase sta continuando ma non sappiamo fino a quando gli sarà concesso. Gli altri – meno coraggiosi di Coinbase – tentennano. Almeno negli USA questo servizio continuerà a incontrare problemi.

  • Meno depositi, meno programmi Earn

I programmi Earn permettevano agli utenti di depositare crypto e ottenere rendimenti. Erano – d’obbligo usare l’imperfetto – servizi molto gettonati sui quali gli exchange riuscivano a ricavare qualche punto percentuale di guadagno.

Tempi finiti: dal caso Gemini vs Genesis a tante altre paure innescate da casi simili (Celsius) sempre meno si rivolgono a tali servizi. E il bear market – e la mancanza di introiti per gli exchange, ha anche ridotto i rendimenti offerti.

Se è vero che i più solidi, quelli che hanno accumulato denari consistenti in cassa, passeranno senza problemi questo brutto periodo, sui più piccoli, sui piccolissimi abbiamo più di qualche dubbio. E forse sarebbe il caso di iniziare a fare le proprie considerazioni.

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