Secondo quanto è stato riportato da 21e6 Capital, società che offre consulenze per gli investimenti in Svizzera, solo nel corso di quest’anno avrebbero chiuso i battenti ben 97 fondi privati e a gestione attiva dedicati al mondo crypto. A leggerla così potrebbe sembrare l’ennesima sconfitta per il mondo crypto – complice un bear market che ha placato i pochi entusiasmi rimasti.
E invece no – perché la motivazione principale è che tali fondi, tutti a gestione attiva, hanno offerto performance mediamente molto più basse di Bitcoin stesso. In altre parole: a cosa serve una gestione attiva se questa performa sensibilmente peggio dell’asset di riferimento del comparto su cui investe?
Verrebbe da considerarla una vittoria dei piccoli holder, quelli che non hanno mollato e che si sono goduti un buon aumento di prezzo per $BTC nel corso del 2023. Con qualcosa che inoltre bolle in pentola e lascia pensare a possibili ulteriori rialzi nel caso in cui le condizioni di mercato dovessero continuare a progredire come analizzato di recente nel nostro Magazine.
Addio a quasi 100 fondi: finisce il tocco magico dei gestori?
Quando il mercato sale – e in particolare quando lo fa in modo violento come nel 2021 – tutti sembrano avere il tocco magico. Qualunque tipo di crypto asset venga incluso nella gestione offre – in questi periodi – performance fuori dal comune. E si fanno anche contenti i clienti. Quando invece la marea del bull market si ritira, ecco che si vede chi stava nuotando nudo, parafrasando una celebre frase di Warren Buffett.
E così quasi 100 fondi a gestione attiva nel mondo crypto hanno chiuso i battenti, tutti o quasi per performance inferiori rispetto a Bitcoin stesso, con qualche eccezione che è costituita da quei fondi che si sono visti bloccare capitale nei fallimenti di 3AC o di FTX.
Bitcoin batte i fondi – e batte anche i soloni che con le gestioni attive – ovvero comprando e vendendo secondo le loro intuizioni – pensavano di poterlo battere. E secondo quanto riporta anche Bloomberg, molti di tali fondi erano rimasti anche a inizio anno, poco prima del ritorno di fiamma di Bitcoin, con posizioni chiuse e con detenzioni principalmente in dollari.
Corsa persa, così come è stata persa anche la fiducia e la felicità dei clienti. E quando i clienti non sono contenti, non resta che chiudere i battenti.
E ora? Ne abbiamo parlato anche con Anthony Scaramucci
I fondi a gestione attiva nel mondo crypto e Bitcoin non moriranno tutti. Ci sarà la classica cernita mentre imperversa l’unica igiene dei mercati: il fallimento a catena.
Per il resto ne abbiamo parlato in un’intervista esclusiva con Anthony Scaramucci – che ci ha offerto insight di mercato molto importanti anche per quanto riguarda il futuro dei gestori che, almeno fino a ieri, hanno fatto da ponte tra investitori e mondo crypto.
Qualcosa sta cambiando – e per chi vuole anticipare tale trend, meglio informarsi per tempo.