Un problema per tutta l’economia e la finanza tradizionale, ma forse non per Bitcoin, che in situazioni simili qualche settimana fa ha tirato fuori dal cilindro una delle migliori performance di sempre. Sono arrivati i downgrade, gli abbassamenti di rating da parte di S&P a carico di diverse banche locali e nazionali degli USA e le borse ne risentono.
Le preoccupazioni continuano a imperversare sul settore bancario USA, che nonostante le rassicurazioni sulla sua supposta solidità continua ad essere, almeno per quelli che ne sanno, il grande malato di questa fase dell’economia, un grande malato colpito dalla cura da cavallo di Federal Reserve per cercare di contenere l’inflazione.
E Bitcoin, che durante la crisi di Silicon Valley Bank ha effettuato una corsa incredibile, potrebbe giovarsi forse di un clima di ritrovata incertezza. Sarà questo il prossimo caso bullish per Bitcoin? Cerchiamo di capire cosa sta succedendo, guardando alle borse e anche alle decisioni prossime delle banche centrali, o meglio, della banca centrale per eccellenza, Federal Reserve.
Una cura da cavallo che potrebbe ammazzare il paziente
Per chi non fosse al passo con il significato di certe misure di politica monetaria, qui c’è una guida semplice per capire cosa sta avvenendo effettivamente e per capire cosa in realtà potrebbe avvenire in futuro. Il quadro è il seguente: l’inflazione ha rimbalzato secondo gli ultimi dati a disposizione e più di qualcuno comincia ad essere sospettoso su un prolungamento della sua mefitica attività sull’economia.
In altre parole, si teme che l’inflazione sia più duratura di quanto ci si aspetti e che questo costringa Federal Reserve ad innalzare ulteriormente i tassi di interesse. Cosa che interessa Bitcoin, come vedremo nel corso di questa guida – su due fronti. Da un lato infatti l’innalzamento dei tassi di interesse contrae la liquidità in circolazione – evento negativo per Bitcoin. Dall’altro invece mette in crisi ulteriore le banche che hanno riempito i loro portafogli di titoli di stato, dato che questi titoli oggi, venduti sul mercato secondario, valgono molto meno proprio in virtù dell’innalzamento dei tassi, attuale e presunto per il futuro.
Federal Reserve potrebbe davvero essere ancora hawkish?
Sembrerebbe essere questo l’outlook che sta maturando ai piani alti delle agenzie di rating e degli analisti economici e finanziari. La paura – che in realtà ha qualche base anche nei dati – è che Fed sia costretta a target finali per i tassi più alti di quanto si è creduto fino ad oggi.
E che questo possa andare ad impattare sulla capacità delle banche di sopravvivere ad uno dei periodi più turbolenti della storia economica e bancaria degli USA. Il rischio, per capirci, è che qualcuna si trovi di nuovo nella condizione di non avere liquidità sufficiente per far fronte agli obblighi di breve periodo, dato il grande calo di valore di certi titoli un tempo ritenuti roccaforte di ogni portafoglio tranquillo.
E perché potrebbe essere un caso bullish per Bitcoin?
Quanto avvenuto in passato non è necessariamente una buona indicazione di quanto potrebbe avvenire in futuro. Tuttavia il passato di cui ci stiamo occupando riguarda inizio 2023 e dunque non è poi così lontano.
Parliamo della crisi di Silicon Valley Bank, che ebbe a innescare una corsa molto solida per Bitcoin come non se ne vedevano da tempo. Bitcoin fu percepito allora, anche se parliamo di poche settimane fa, come una sorta di porto sicuro verso il quale dirottare parte dei propri risparmi. O almeno questa è stata la lettura che ne è stata data su più livelli nel corso dell’evento più preoccupante del 2023 per il mondo bancario ed economico.
Se il downgrade dei rating delle banche sarà anticipazione di problemi concreti per le banche locali (e anche per quelle nazionali e internazionali), questo potrebbe essere anticipazione anche di un recupero di Bitcoin in attesa poi dell’evento intorno al quale si giocano le sorti vere di $BTC per questo 2023, ovvero l’ETF Bitcoin Spot di BlackRock – la cui accettazione è data al 50/50 dai maggiori specialisti e che potrebbe essere un buon veicolo per l’arrivo di ingenti capitali nel settore.
Quanto è solida questa analisi?
Per ora si parte da un evento che ha colpito in modo deciso le borse – mentre scriviamo i bancari USA perdono tutti o quasi – e si cerca di vedere come si potrebbe andare a finire. Non è detto che vada così – e non è detto che l’inflazione non dia una mano al settore bancario, tornando a più miti consigli senza la necessità di ulteriori interventi da parte di Federal Reserve.
Con il prossimo FOMC che è però ancora lontano, si tratta di analisi preliminari che non mancheremo di aggiornare una volta che avremo maggiori dati e maggiori dettagli. Per ora – però – sognar non costa nulla. E di elementi sui quali cominciare a ragionare, almeno a nostro avviso, ce ne sono diversi.