Se a Washington tira una brutta aria, questo non è un motivo per deprimersi eccessivamente, anche quando la sede è negli USA e si credeva forse di avere un trattamento più morbido. Parliamo di Coinbase, che rilevando una tendenza extra-USA alla regolamentazione chiara del settore, ha annunciato l’intenzione di espandere le proprie attività altrove.
Dove? In tutti quei paesi che offrono un meccanismo per ottenere licenza che sia chiaro, ottenibile e soprattutto che permetta di fare business con *regole trasparenti e che mettano al riparo da quanto invece sta accadendo negli USA.
Ed è un buon segnale, questo, per tutto il mondo crypto. Perché se a Washington si tentenna – e si cerca di tenere in piedi la baracca con qualche occasionale intervento delle agenzie come SEC e CFTC, allora ci si sposterà altrove. Senza che ci siano più preoccupazioni per interventi a gamba tesa delle agenzie in grado di distruggere valore senza poi pagarne le conseguenze.
Cosa sta succedendo?
Coinbase, all’interno di un percorso più complesso che ha intrapreso già qualche mese fa con l’apertura di un’entità per i derivati off-shore, sta continuando nella sua campagna di espansione in altre giurisdizioni. Altre, si intende, dagli Stati Uniti.
Il gruppo ha infatti comunicato tramite un blog post di essere interessato a quanto sta effettivamente accadendo in molti dei paesi del G20, paesi che tra le altre cose discuteranno a breve un a sorta di convergenza legale e fiscale sul tema crypto. E a cosa ci si riferisce? A normative certamente più chiare e che permettano a Coinbase di fare affari senza grosse preoccupazioni.
Siamo impegnati nell’aiutare ad aggiornare il sistema finanziario globale e nell’offrire più libertà finanziaria e più opportunità, e non rimarremo con le mani in mano soltanto perché lo stanno facendo gli USA.
Un messaggio chiaro che arriva mentre la causa contro SEC è in realtà ancora alle battute iniziali, con Coinbase che ha dichiarato di essere sul piede di guerra e di essere pronta ad agire non solo a tutela dei propri interessi, ma di quelli, più articolati, dell’intero mondo crypto.
È una buona notizia per tutto il mondo crypto
Si tratta di un’ottima notizia per il mondo crypto, che soltanto qualche mese fa sembrava essere potenzialmente a rischio scomparsa a causa degli attacchi coordinati da parte di Washington e delle sue agenzie.
La musica, complice anche la stance di Coinbase sembrerebbe essere definitivamente cambiata. E questo potrebbe essere il punto di svolta che tutti aspettavano.
D’altronde – al netto della narrativa cinese che dominava la discussione pubblica fino a qualche settimana fa – sono diversi i paesi che sembrano aver accettato la possibilità di diventare degli hub per il mondo crypto.
Da Dubai fino a Singapore, passando anche per la Svizzera, dove si sta muovendo molto in particolare a Lugano.
Washington potrebbe dunque non essere più il centro ortogonale, simbolico e di capitali che alimenta il mercato crypto. Non sarà facile, ma sembra che ci sia chi, come Coinbase, è pronto a scommetterci.