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Restituiti i Bitcoin pagati per errore | Il gesto da più di 500.000$

Anche se non tutti sembravano essere d'accordo, restituite le fee pagate per errore.

Le fee pagate per errore da Paxos e che erano state raccolte dal miner F2Pool sono state restituite al legittimo proprietario, non senza qualche polemica però che ha agitato la community che vive per Bitcoin. Polemiche che riguardano un gesto che però, almeno secondo quanto ne sappiamo da questo lato della barricata, è frutto di piena liberalità in capo al miner stesso.

F2Pool chiude così – per molti con il lieto fine, per altri meno – ad una vicenda che aveva fatto già discutere parecchio sui social, e che in una prima battuta era stata imputata a PayPal.

Paxos rientrerà in possesso della somma nella sua interezza e presto ci si scorderà di tutto. Il dibattito però che si è innescato successivamente alla restituzione è interessante e testimonia come la community dei bitcoiner sia, per fortuna, varia anche negli atteggiamenti rispetto ad una questione che altrove sarebbe stata, forse, meno divisiva.

Tutto è bene quel che finisce bene?

Un errore, o forse un bug. La storia dovreste conoscerla tutti, perché l’abbiamo già raccontata ieri proprio su queste pagine. Una transazione che ha pagato più di 500.000$ in Bitcoin soltanto in commissioni e che ha visto coinvolta Paxos, società che offre servizi legati al mondo crypto anche a grandi gruppi come PayPal.

Dopo un relativamente breve tira e molla, come promesso da F2Pool che ha minato il blocco contenente tale transazione, il denaro è stato restituito. E dunque è come se niente fosse mai avvenuto.

La discussione si è però accesa, tanto nel Twitter in italiano quanto in quello in inglese, sulla modalità migliore di procedere in casi di questo tipo. Restituire tutto? Non restituire nulla? Oppure dare tutto in beneficenza?

Divisi community
Non tutti sono d’accordo

Le idee prevalenti

C’è chi fa notare che quanto fatto dal miner in questione è stato fatto in piena libertà – magari anche per evitare grosse polemiche e che – correttamente – il protocollo ha continuato a funzionare come sempre. Non è stato aggiunto alcun servizio clienti a Bitcoin, né si è tornati indietro su transazioni definitive. Semplicemente, fino a prova contraria in piena libertà, il miner ha deciso di restituire quanto aveva ottenuto per errore.

Altri fanno notare, altrettanto correttamente, che mai ci si sarebbe attivati per errori di minori proporzioni, ma che per un utente standard avrebbero comunque costituito costi molti elevati rispetto al proprio patrimonio. Difficile da smentire, ma facile comunque da comprendere. È chiaro che a far attivare il miner è stata la quantità enorme di Bitcoin oggetto di errore – e le discussioni pubbliche che tale errore aveva innescato.

E tu? Cosa avresti fatto?

Immagina di aver ricevuto con la tua attività una somma importante per errore. E immagina anche che la storia sia diventata pubblica (cosa che probabilmente spinge alla restituzione più del proprio buon cuore).

Cosa avresti fatto? Avresti restituito la somma? Al 100%? Avresti fatto pagare l’errore a chi lo ha commesso? Avresti agito secondo quel code is law che qualcuno sembra interpretare come necessità di comportarsi come se fossero fatti di codice anche gli esseri umani? Faccelo sapere sul nostro Canale Telegram Ufficiale, dove troverai migliaia di altri appassionati crypto come te che discutono 24/24 di questo mondo.

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