La pandemia è stata dichiarata e, come era lecito attendersi, ha colto di sorpresa molti investitori in criptovalute, provocando il panico intorno a sé.
Ma nel caso in cui le cose dovessero ulteriormente peggiorare, gli investitori in Bitcoin & co. sono davvero preparati a uno scenario più deleterio, soprattutto quando si tratta di mantenere saldo il proprio patrimonio? La risposta è probabilmente negativa.
Ecco perché di seguito abbiamo voluto riassumere alcuni spunti che ti consigliamo di leggere per poter comprendere come gestire le tue criptovalute in tempi di coronavirus.
Prima di farlo, ti consigliamo tuttavia di aprire un conto di trading gratis su eToro (sito ufficiale): la sua piattaforma demo ti sarà certamente utile per poter applicare in sicurezza le valutazioni che troverai qui sotto.
Il coronavirus fa paura in tutto il mondo
Cominciamo con un’evidenza. Molti investitori sono pigri, e quelli in criptovalute non fanno certo eccezione (anzi).
Insomma, sappiamo tutti che farci trovare pronti dinanzi agli imprevisti ci fa risparmiare stress, energia e denaro, ma spesso aspettiamo fino all’ultimo minuto perché siamo troppo concentrati sulla nostra vita sociale, sul lavoro, o perché abbiamo bisogno di un po’ di riposo e di relax. E, contemporaneamente, vediamo lontani, lontanissimi, i cigni neri.
Tuttavia, questo comportamento poco professionale è pericolosissimo! E la rapida diffusione del coronavirus ha esposto le (mancate) strategie dei trader alle intemperie.
In poco più di due mesi dalla scoperta dell’epidemia a Wuhan, in Cina, il coronavirus si è diffuso nella maggior parte delle nazioni, infettando oltre 120 mila persone, uccidendone una parte stimata tra il 4% e il 5% e, soprattutto, lasciando intendere che il peggio debba ancora venire. Si tratta d’altronde di cifre che aumentano di giorno in giorno e, a causa della potenza del contagio, e in alcuni Paesi l’epidemia è ancora agli inizi.
Ovunque gli eventi vengono cancellati, i trasporti e i viaggi sono ostacolati e persino scoraggiati, e di conseguenza la crescita del Prodotto Interno Lordo sta rallentando.
Insomma, il coronavirus ha provocato il panico in tutto il mondo, temendo che non sia solo un tracollo economico, ma anche una pandemia che rivaleggia con altre pandemie che nel corso della storia hanno cambiato profondamente il tessuto sociale.
Ma cosa fare con le proprie criptovalute?
Come preparare le proprie criptovalute alla catastrofe
Diciamo che, per la maggior parte dei casi, non c’è nulla da fare. Ovvero:
- se sei già uscito dalle posizioni calanti è probabilmente perché hai stabilito opportuni livelli di stop loss (bravo) e magari hai oggi un atteggiamento vigile per capire se e quando puoi rientrare sul mercato;
- se non sei ancora uscito, probabilmente ti stai leccando le ferite, soprattutto se sei entrato nel mercato quando i prezzi erano “alti”. Non devi far altro che digerire le forti perdite, o attendere che il mercato si riprenda.
C’è poi lo scenario più buio. Ovvero, il fatto che le cose peggiorino talmente tanto da far pensare agli eventi più nefasti. Occupiamocene, sperando che non capiti a nessuno di noi.
Se possiedi un rilevante patrimonio di criptovlaute, la prima cosa che devi fare è lasciare delle disposizioni per la loro sorte in un documento, il testamento. E, contestualmente e nello stesso documento, identificare a chi vuoi che vadano i tuoi fondi digitali, e chi sia l’esecutore testamentario, ovvero colui che si occuperà del trasferimento delle valute.
Evidentemente, oltre a questo, a causa della complessità della tecnologia crittografica, ci sono ulteriori passi necessari per accedere ai tuoi fondi. Ricordiamo infatti che le criptovalute sono accessibili solo tramite chiave privata. E coloro che hanno un livello di protezione più elevato sui loro conti, utilizzano ulteriori misure di sicurezza come l’autenticazione a due fattori.
I tuoi cari potranno accedere alla criptovaluta quando non ci sarai più? Avranno bisogno di istruzioni su come farlo? Purtroppo, a prescindere da quando avverrà questo momento, è possibile che i tuoi cari possano aver bisogno di un supporto su come utilizzare la nuova tecnologia in caso di emergenza.