Maretta da Consensys, che coinvolge anche il co-fondatore di Ethereum, Joseph Lubin. Secondo quanto è stato riportato da più testate USA, 27 ex dipendenti della società sarebbero stati privati di quanto gli spettava in termini di azioni della società, tramite il trasferimento dall’entità svizzera all’entità statunitense – scambio fraudolento nel quale sarebbe coinvolta anche JP Morgan.
Si tratterebbe, nel caso in cui fosse confermato dalle corti, di uno scandalo in piena regola, che questa volta però non attiene al mondo crypto, ma piuttosto a quell’intersezione del mondo crypto con le grandi banche. Si tratta comunque di accuse che sono state mosse da parti in causa, che non hanno rilievo penale e sulle quali dovranno decidere le corti, cosa che dovrebbe spingere tutti a un giudizio mite e equilibrato in attesa che ci siano novità interessanti sul caso. La stessa causa era stata portata avanti, senza successo, in Svizzera.
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Joseph Lubin di Consensys portato in tribunale da ex dipendenti di Consensys
Sono 27 e vogliono portare in tribunale Joseph Lubin, co-fondatore di Ethereum e al tempo stesso fondatore di Consensys. Ed è proprio in relazione a questa seconda impresa che sono state mosse accuse infamanti. 27 ex dipendenti hanno deciso di citare in giudizio il fondatore Joseph Lubin.
Al centro ci sarebbe il trasferimento della vecchia Consensys AG – Mesh – di asset come MetaMask a una nuova entità incorporata negli USA e in particolare nel Delaware, senza che gli ex dipendenti siano stati trasferiti nella nuova società anche in qualità di detentori di azioni.
Una mossa, secondo l’accusa portata a termine con l’aiuto di JP Morgan, che avrebbe defraudato i 27, che per l’appunto ora chiedono soddisfazione alle corti statunitensi.
Lubin ha promesso ai dipendenti della fase iniziale che avrebbero ricevuto azioni di ConsenSys. Successivamente si è rimangiato la sua parola. All’interno di questo evento, ha violato i suoi obblighi legali e le sue responsabilità. Mentre Lubin diventava ricco, i ricorrenti non hanno ottenuto nulla.
Questo il messaggio degli avvocati che seguono la causa. Il sistema è quello adottato da molte start up: a fronte di stipendi ridotti e di maggiori impegni, ai dipendenti vengono proposte azioni della società, che varranno sensibilmente di più nel caso in cui l’azienda dovesse sbocciare.
Le cose, almeno a detta dei 27, non sono andate così e sarà un giudice a stabilire se ci siano stati o meno dei comportamenti degni di attenzione da parte della giustizia. ConsenSys rifiuta qualunque tipo di addebito e contesta quanto affermato dagli ex 27.
Dopo non aver ottenuto nulla tramite le corti svizzere, ora credo che queste richieste senza meriti abbiano migliori possibilità nelle corti degli Stati Uniti.
Questo il commento da parte di un portavoce di ConsenSys, così come riportato da Coindesk.