C’è un ennesimo caso che sta tenendo banco nella complessa procedura fallimentare di FTX. I curatori dell’ormai defunto exchange hanno avanzato richiesta per la restituzione di 935 milioni di dollari da parte di entità che sono legate a Bybit. Per quanto la somma sia di quelle importanti e che facilmente meritano le prime pagine, c’è da spiegare la situazione anche al fine di capire che tipo di rischi si corrano, o meglio, che tipo di rischi corra BBybit.
Si parla di trasferimenti fraudolenti, che secondo la disciplina del clawback degli Stati Uniti, Bybit potrebbe trovarsi a restituire.
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Una causa molto complessa
Partiamo dal principio: chi sta amministrando la procedura fallimentare di FTX ha appena avanzato, per le vie legali, richiesta di restituzione di quasi 1 miliardo di dollari che appartiene a società controllate da Bybit e che è stato prelevato in modo “poco onesto”, almeno secondo la denuncia.
Secondo le accuse di FTX, Bybit sarebbe riuscito a rientrare in possesso di tali somme grazie a canali preferenziali che non erano nella disponibilità degli utenti comuni. E questo sarebbe sufficiente a innescare quanto negli USA viene chiamati clawback, ovvero il potere di ottenere restituzione della somma quando sia stata ottenuta pur conoscendo del prossimo fallimento di una società.
Prima però di temere per il futuro di Bybit, c’è da fare qualche ulteriore appunto: si tratta di questioni legalmente molto complesse e che in assenza di accordo si trascineranno per anni.
In secondo luogo, la somma rimane un credito di Bybit e delle sue controllate nei confronti di FTX, anche nel caso in cui tale somma dovesse essere fatta rientrare nel patrimonio di FTX. Bybit continuerebbe a vantare crediti, che però varranno meno di quanto riportato a livello nominato.
- Gli altri aspetti
Ci sono poi altre diatribe legali associate che riguardano accordi per un token swap già nel 2021, e anche il controllo di BitDAO da parte di Bybit. Sono questioni complesse e se possiamo permetterci minori rispetto a quella principale.
E ora?
Decideranno i giudici, a meno che non ci sia appunto accordo tra le due entità. Bybit rischia certamente di perdere una parte di quel denaro, ma siamo lontani dal poter ritenere la questione conclusa.
Continueremo a seguire il caso, per quanto sia da qui (ovvero dall’assenza di conclusioni, almeno per il momento) che si deve partire.
Aggiungiamo che il clawback è una disciplina presente nell’ordinamento USA, che però deve rispettare requisiti piuttosto stringenti. Non è certo che il giudice responsabile della causa lo accordi a FTX.