Nella tarda serata di ieri è successo qualcosa di mai visto prima. Il registro delle imprese del Delaware ha infatti inserito un nuovo trust, un’impresa che dai dati contenuti dallo stesso registro appartiene a BlackRock, il gigante della gestione degli asset, che è già parecchio attivo nello spazio degli ETF su Bitcoin e Ethereum.
Questa volta a essere interessato è stato Ripple, in una notizia che però è stata smentita pochi minuti dopo dalla stessa BlackRock. Il parallelo con quanto avvenuto con la fake news sull’approvazione dell’ETF Bitcoin appare essere d’obbligo, me le cose non stanno esattamente così.
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Cosa è successo davvero?
Dato che abbiamo seguito la vicenda minuto per minuto, siamo pronti a ricostruirla anche con l’aiuto di quanto afferma la legge del Delaware.
- No, non è stata colpa di The Block
The Block è un’importante e prestigiosa pubblicazione che si occupa di Bitcoin e crypto. È stata proprio questa testata a lanciare per prima la notizia. Il caso però è radicalmente diverso da quello di Cointelegraph. Quest’ultima pubblicazione finì per pubblicare una notizia inventata di sana pianta.
Nel caso di The Block, e abbiamo anche noi verificato sul registro del Delaware, c’era un documento ufficiale che segnalava la registrazione dell’impresa.
- Cosa è stato registrato?
Un trust, cioè una società della stessa forma che iShares (BlackRock) ha sempre utilizzato per i suoi ETF. Benché non si trattasse della registrazione dell’ETF stesso, come abbiamo correttamente riportato già ieri è stato un passo da sempre propedeutico per l’accensione di un nuovo ETF.
Anche i dati contenuti nella registrazione, che sono ancora disponibili, riportavano correttamente i dati identificativi di BlackRock. Quindi più che di fake news sarebbe corretto parlare di registrazione accettata dallo Stato del Delaware che non ha verificato chi ci fosse dietro tale registrazione.
- Identificazione
L’aspetto forse più assurdo di questa vicenda è che anche la (blanda) legge del Delaware sulle registrazioni delle società impone agli intermediari di condurre le indagini possibili per accertarsi dell’identità di chi ha inviato la richiesta di registrazione.
Il vero scandalo, ammesso che se ne debba trovare davvero uno, riguarda le procedure di registrazione e i controlli che uno stato dovrebbe effettuare, secondo le stesse leggi che ha imposto alla popolazione.
- E poi?
Erich Balchunas di Bloomberg afferma di aver contattato direttamente BlackRock e di aver ricevuto una smentita. Rimane dunque per ora il mistero che riguarda la registrazione: chi l’ha inviata? Chi l’ha permessa?
Cosa succederà ora?
Probabilmente qualcuno riceverà la visita, raramente innocua, dei federali. Quanto è avvenuto, ammesso che ci sia del dolo (per quanto sembri certo dopo la smentita di BlackRock), è illegale e causerà dei guai importanti a tutti i soggetti coinvolti.
La registrazione è – tra le altre cose – ancora presente sul sito nel momento in cui scriviamo questo approfondimento.