Non potevano mancare i soliti giornalisti a riprendere l’ennesimo studio con titolo ad effetto prodotto da Alex de Vries, che da sempre sogna di essere una spina nel fianco di Bitcoin e nello specifico del mining. Lo studioso olandese ha pubblicato un nuovo studio, se così possiamo chiamarlo, che parla dell’eventuale impatto di Bitcoin sulle riserve idriche.
È uno studio di poche pagine, pieno di condizionali e di modelli tutti da verificare, che ricordano un po’ il vecchio studio che ha condotto sull’impatto sull’ambiente dei consumi energetici di Bitcoin: modelli che in passato sono state base di tutte le peggiori sparate della storia sul mining Bitcoin, tutte poi rivelatesi più che false.
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Bitcoin consuma, per ogni transazione, quanto un’intera piscina
Già il titolo dovrebbe essere sufficiente per allontanare i meno gonzi dai meriti, pur assenti, di questo studio. Bitcoin, secondo de Vries una delle peggiori iatture mai capitate al pianeta, consumerebbe per ogni singola transazione una quantità di acqua pari a quella contenuta in una piccola piscina.
Un discorso che affronteremo con maggiore dovizia di particolari sul nostro Magazine – alle 17.17 – corri ad iscriverti se non lo ha ancora fatto.
Cosa c’è nello studio? In realtà molto poco rispetto a un titolo a effetto che fa gola – e parecchio – a tanti giornali che hanno fatto del sensazionalismo su Bitcoin la loro cifra distintiva.
In tanti, compresa BBC, hanno ripreso lo studio, scaricando su di questo tutta la responsabilità di quanto c’è scritto e senza – come dovrebbe fare forse il buon giornalismo – verificare che corrisponda a realtà.
C’è tanto di cui parlare di questo studio, che ci terrà impegnati per le prossime settimane, perché la solita catena del telefono senza fili riprenderà, storpierà, ingigantirà e nel complesso darà più credibilità di quanto sia intelligente fare all’ennesima sparata di de Vries.
No, Bitcoin non sta distruggendo l’ambiente
Bitcoin non sta distruggendo l’ambiente. Sta al contrario svolgendo un ruolo positivo sulle reti elettriche ove alimentate da fonti rinnovabili, sta facendo già tanto nel recupero del gas che altrimenti sarebbe disperso nell’atmosfera e sta facendo tanto anche in termini di consumi di energia che altrimenti andrebbe sprecata.
Nel complesso si potrà certamente fare di più, ma è incredibile notare come tutti questi studi finiscano tutti o quasi nello stesso modo: in una spinta verso il passaggio alla Proof of Stake (come ha fatto Ethereum) dicono) che nessuno vuole e che al tempo stesso chiunque può fare forkando Bitcoin.