Il governo degli Stati Uniti d’America metterà in vendita circa 117 milioni di dollari, alle quotazioni attuali, di Bitcoin. La notizia ha già fatto il giro del mondo ed è collegata ai sequestri relativi ad un preciso utente di Silk Road, marketplace accessibile tramite Tor.
I fondi sono stati sequestrati nel 2021 e appartenevano a Ryan Farace e saranno, per l’appunto, messi in vendita dal governo USA, almeno secondo il comunicato che è stato diffuso poche ore fa. Si tratta nel complesso di 2.875 Bitcoin, un bottino niente male che però, lo precisiamo da subito a scanso di ogni equivoco, non è tale da avere impatti rilevanti sul mercato.
Si chiude così un’altra epopea legata tanto a Bitcoin quanto a Silk Road, per quanto ci siano ancora altri Bitcoin legati sempre al sito di cui sopra in possesso del governo USA e che sono stati e continueranno a essere venduti, per quanto a blocchi e con un impatto minimo sul mercato.
Finisce così la saga di Xanaxman
I Bitcoin in questione sono legati ad uno specifico utente di Silk Road, Xanaxman, divenuto relativamente popolare proprio perché offriva Xanax tramite la piattaforma ormai defunta. Secondo il Dipartimento di Giustizia USA Farace, questo il cognome che si celava dietro l’handle Xanaxman, avrebbe appunto venduto sostanze tramite Silk Road in cambio di Bitcoin.
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Il tutto è avvenuto in una più ampia operazione che ebbe luogo nel 2018 e che coinvolse circa 35 venditori di sostanze stupefacenti o comunque non di libera vendita su piattaforme legate al dark web.
All’interno delle stesse operazioni furono sequestrati non solo oltre 2.000 Bitcoin, ma anche oro fisico e dollari per una somma complessiva di 3,6 milioni di dollari, contro – tenendo conto dei prezzi dell’epoca – circa 20 milioni di dollari in Bitcoin. All’interno dell’operazione furono anche sequestrate macchine per il mining Bitcoin.
A dare una mano alle casse del governo USA è stato l’aumento di prezzo di Bitcoin rispetto all’epoca in cui avvennero arresti e sequestri.
A scanso di ogni equivoco segnaliamo che il sequestro è stato possibile in quanto il governo, durante l’operazione, è entrato in possesso delle chiavi private che hanno permesso di movimentare le somme e – in ultimo – di sequestrarle, questione non di poco conto dato che i soliti potrebbero puntare alla capacità dei governi di intervenire sulla blockchain di BTC, capacità che in realtà non hanno senza che entrino appunto in possesso delle chiavi necessarie per transare con ogni specifico indirizzo.
Come saranno venduti?
Non ci sono dettagli, ma va segnalato che per gli ultimi casi di questo tipo il governo degli Stati Uniti ha preferito la vendita diretta, tramite intermediario, rispetto alle aste che invece avevano avuto luogo nel lontano passato.
Si tratta comunque di somme di entità ridotta rispetto a quelle che ad esempio si stanno muovendo tramite ETF. E l’impatto sul mercato, ammesso che ce ne sia uno, sarà certamente limitato.