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POTERI BITCOIN CRYPTO

Bitcoin e crypto nel mirino del Tesoro | Politica vuole più poteri

Il tesoro USA vuole più poteri contro BItcoin e crypto. Roba di terrorismo, dicono.

Mentre Bitcoin fissa nuovi massimi di questo ciclo, negli USA le agenzie governative chiederanno più poteri. È questo il sunto dell’intervento che terrà a breve Brian Nelson, del Tesoro USA, davanti alla commissione del Congresso che si occupa di Servizi Finanziari. Nulla di nuovo, verrebbe da dire, per quanto in realtà si tratti di una conferma di quello che l’intendimento di tutte le agenzie federali USA.

Più poteri, principalmente per contrastare l’utilizzo di Bitcoin e criptovalute per scambi illeciti e riciclaggio. Autorità che le agenzie USA già rivendicano, chiedendo però contestualmente più poteri per attaccare il settore.

Non sarà facile: la commissione di cui sopra è a trazione Repubblicana ed è composta e guidata da politici storicamente molto vicini alla causa Bitcoin e crypto, che nel negare certe invasioni trovano anche motivo di lotta politica.

Agenzie e Tesoro USA ancora all’attacco

A prescindere dal giudizio politico, quel che è certo è che questa amministrazione, che toglierà le tende il prossimo novembre a meno di una rielezione, passerà alla storia come una delle più dure verso il mondo Bitcoin e crypto. A confermarlo è l’intervento preparato – ma ancora non pronunciato – di Brian Nelson, che è sottosegretario al Tesoro e si occupa principalmente della divisione Financial Intelligence e Terrorismo.

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Il Tesoro è profondamente preoccupato riguardo l’utilizzo degli asset virtuali per attività finanziarie illecite. Stiamo lavorando da più di un decennio per implementare un framework AML [antiriciclaggio, NDR] per il mondo degli asset digitali che mitighi i rischi di attività finanziarie illecite, mentre si promuove un’innovazione irresponsabile. Uno degli elementi chiave è riconoscere tali rischi.

E ci sono poi riferimenti alla Corea del Nord, ai gruppi terroristici e a non meglio precisati attori dell’illecito che utilizzerebbero appunto asset digitali, formula con la quale si intende Bitcoin e il resto del mondo crypto.

  • I poteri ci sono, almeno in parte

Delle note già pubblicate è forse più interessante però la seconda parte, che attiene più direttamente ai poteri di cui le agenzie federali sono già in possesso:

Abbiamo strumenti che possono aiutarci nella lotta a certe vulnerabilità, come l’utilizzo della nostra autorità per colpire chi non rispetta il Bank Secrecy Act. Ad esempio, a novembre il Tesoro ha ottenuto un accordo per la violazione del Bank Secrecy Act con il più grande provider di servizi su virtual asset, Binance.

E c’è poi un riferimento ai mixer, che permettono di aumentare l’anonimato nell’utilizzo di Bitcoin e altre criptovalute. Una guerra dunque aperta, che sarà soltanto l’inizio verso l’anonimato di chi utilizza questo sistema monetario alternativo.

Una richiesta di denari

Più banalmente però, e si evince dalla parte finale del documento, è una richiesta di maggiori risorse. Formula che dal burocratese all’italiano si traduce in più soldi:

Abbiamo bisogno di più strumenti e risorse. È per questo che vogliamo lavorare di concerto con il Congresso per implementare riforme di buon senso che aggiornino i nostri strumenti in relazione alle sfide in costante evoluzione che affrontiamo oggi.

Ci aveva già provato Gary Gensler, senza grandi risultati. Potrà riuscirci il Tesoro, puntando sui temi sempre caldi del terrorismo internazionale? E ci riuscirà, pur mancando dati convincenti su questo utilizzo fantomatico di Bitcoin e crypto per certe attività?

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