Secondo un documento che è stato aggiornato poche ore fa, il secondo degli ETF di Grayscale a tema Bitcoin, potrebbe avere delle commissioni molti basse, le più basse su tutto il mercato. Il documento infatti – che si può consultare qui indica fee dello 0,15%, che sarebbero – in regime di normalità – più basse di quelle di tutti i gestori attualmente attivi negli Stati Uniti.
Se questi dovessero essere gli intendimenti confermati poi dal filing più importante, si tratterebbe di una mossa shock da parte di Grayscale, che potrebbe così limitare le fuoriuscite di grandi capitali da parte del suo fondo principale, $GBTC, con un meccanismo legalmente complesso ma pienamente possibile, che è quello di permettere ai propri clienti di trasferire quote di GBTC all’interno del nuovo fondo.
Un’operazione che tra le altre cose non costituirebbe evento tassabile e che pertanto sarebbe più che vantaggiosa per chi è rimasto dentro GBTC, con molti degli holder che non avrebbero ancora venduto proprio per evitare di pagare in alcuni casi tasse molto elevate. Una questione complicata, che potremo discutere anche sul nostro Canale Telegram canale tramite il quale potrai ricevere news sempre aggiornate e dove potrai interagire con i nostri lettori e la nostra redazione.
Grayscale prepara il colpo gobbo per i concorrenti dell’ETF Bitcoin?
La situazione è di quelle che hanno suscitato in passato i maggiori interrogativi, per dettagli che forse sarebbe il caso di riassumere prima di procedere con questo approfondimento.
Grayscale è stata la società che è arrivata con i maggiori capitali alla partenza degli ETF su Bitcoin negli Stati Uniti, dato che gestiva precedentemente un fondo non quotato che aveva raccolto BTC per 30 miliardi di dollari circa. Il fondo è stato poi convertito in ETF ed è partito con commissioni annuali dell’1,50%, molto più alte di quelle proposte dagli altri gestori che invece si sono collocati tutti o quasi vicini allo 0,20%.
Nessuno aveva compreso la strategia di Grayscale, fino a quando il gruppo ha chiesto approvazione per un altro ETF, con il ticker $BTC, che sarà uno spin off del primo. Questo vuol dire che i detentori di $GBTC, per farla molto breve, potranno trasferire anche le quote del primo fondo nel secondo. Evento che non è tassabile e che dunque favorirà il trasferimento di capitali dal primo al secondo ETF.
ETF che sarà, almeno secondo il più recente documento – che non è però definitivo – gestito con commissioni dello 0,15%. E così è divenuta relativamente chiara la strategia di Grayscale, che ha puntato a spremere il più possibile chi aveva quote del primo fondo (comprese le società in liquidazione) e ora entrerà in quella che è la battaglia senza esclusione di colpi fatta di commissioni risicate tipiche del mondo degli ETF USA.
Una strategia che potrà funzionare?
Staremo a vedere se la strategia di Grayscale funzionerà: tutto probabilmente starà nelle tempistiche di lancio di questo prodotto, che prima arriverà prima potrà aiutare il gruppo a trattenere capitali nei suoi prodotti.
Nel frattempo i dati di venerdì sono stati piuttosto incoraggianti, con le fuoriuscite che sono state solo di 45,8 milioni di dollari, molto al di sotto della media giornaliera di -242,5 milioni di dollari. Che sia un buon segnale per Grayscale?