È un Micheal Saylor in accelerazione quello che abbiamo potuto ascoltare al MicroStrategy World 2024. Oltre al discusso nuovo protocollo per gestire le identità sfruttando anche quanto fatto già in passato da Ordinals, c’è stato spazio per attaccare in lungo e largo non solo Ethereum, ma anche Ethereum, BNB, Solana, Ripple e Cardano.
Bitcoin sarebbe, ma non è esattamente una novità questa opinione di Michael Saylor, l’unico asset degno degli investitori istituzionali, con tutto o quasi il resto del comparto che sarebbe invece nell’insieme delle security non registrate e che dunque non vedrà mai, ad esempio, un ETF Spot. Sono opinioni che si incrociano con il presente, il passato e il futuro di Saylor e che già in passato avevano innescato delle feroci polemiche.
L’attacco più diretto sembra essere nei confronti di Ethereum, che è il più papabile per il prossimo crypto ETF negli Stati Uniti, con la prima scadenza per l’approvazione che sarà il prossimo 23 maggio. Una questione complessivamente delicata, che potrai venire a discutere anche sul nostro Canale Telegram ufficiale, dove riceverai anche notizie in anteprima sul settore crypto e Bitcoin, anche a livello mondiale.
Attacco di Michael Saylor a Ethereum (e al resto delle altcoin)
Il palco è quello del MicroStrategy World 2024, kermesse che dato l’impegno in Bitcoin dell’azienda guidata da Michael Saylor è diventato una sorta di appuntamento fisso per parlare di BTC alle grandi aziende. Oltre alla presentazione del suo sistema per l’identità digitale basato sulla timechain di Bitcoin, Michael Saylor ha avuto anche occasione di attaccare, ancora una volta, Ethereum.
Ethereum è condannata a essere una crypto security, non una commodity. Dopo di questo, vedrete che Ethereum, BNB, Solana, Ripple, Cardano e tutto ciò che resta sono soltanto crypto security non registrate. […] Nessuna di queste avrà mai un ETF Spot. Nessuna di queste sarà accettata da Wall Street. Nessuna di queste sarà mai accettata da investitori istituzionali come crypto asset.
Michael Saylor – MicroStrategy
La posizione è quella nota di Michael Saylor: solo Bitcoin è una commodity, e questo vuol dire che tutto il resto è una security e dunque sotto il tiro di SEC, che più volte si è scagliata contro il grosso delle altcoin, fatta eccezione per ora appunto per Ethereum, sulla quale però incombe però una sorta di indagine da parte di SEC stessa.
- Saylor in passato accusato di fare lobbying per “sbarazzarsi” del resto del mondo crypto
La questione citata da Saylor in realtà arriva da lontano. Già qualche tempo fa furono in diversi ad accusarlo – o almeno queste sono le voci di corridoio più persistenti – di fare attività di lobby a Washington per liberarsi di altcoin che potrebbero essere almeno nel loro piccolo concorrenti di Bitcoin.
Una posizione che non piace a tutti
Per quanto il mondo di Bitcoin e quello del resto del comparto crypto siano anche filosoficamente separati, la posizione di Saylor non piace esattamente a tutti i bitcoiner.
Un comportamento che in diversi ritengono troppo vicino ai piani alti di Washington e a quel mondo politico e di regole che tanti bitcoiner sopportano malvolentieri.
Sarà questo un tema che continuerà però a animare anche gli scontri tra community, con le possibilità di riappacificazione che appaino oggi lontane come non mai.
chiaro che uno che fa debiti sul debito sul debito per comprare Bitcoin non può che comportarsi così… spiace un po’, ma sopravviveremo 🙂
Intanto uno stamp screen su “Nessuna di queste avrà mai un ETF Spot” l’ho fatto, sai mai che sia una di quelle sparate che invecchiano malissimo 😀
aggiungo: uno come Saylor, che da sempre si scaglia contro le lobby e contro la difficoltà che l’innovazione sta incontrando in USA cosa fa?!?
il lobbysta e il sostenitore dell’Howey Test (creato nel 1946, anno in cui il mondo era davvero pieno di crypto).
Poi ognuno risponde alla sua coscienza, per carità 😀
Per quanto spero che si sbagli sulla questione ETF, come spesso ho scritto (per quanto mi riguarda agenzie come SEC sono inutili se non dannose: tutto dovrebbe avere il suo ETF, anche la fuffa “crypto” più becera. Poi market decides, liberamente. Spero che il lobbying abbia il sopravvento), tecnicamente/giuridicamente parlando le basi ci sarebbero e non posso dargli torto.
Nel mio piccolissimo ritengo invece che abbia ragione.
La differenza sostanziale tra bitcoin e le altre è che bitcoin non ha un qualcuno che ne possa alterare il funzionamento. Ce l’aveva all’inizio, certo, i suoi creatori, ma oggi no, tutto è già stato stabilito. Le altre invece hanno soggetti o gruppi che possono influenzare il funzionamento della loro blockchain (vedi i vari aggiornamenti che vengono votati dalla massa, ok, ma prima messi a punto da una sorta di management).
Questo rende bitcoin l’unico paragonabile ad una materia prima, mentre tutte le altre cripto vuoi o non vuoi sono più simili ad azioni.
Comprendo il tuo discorso e lo ritengo in parte corretto. Occhio però a dire che un “gruppo” lavora prima della proposta “alle masse”, perché si potrebbe contestare che gli sviluppatori di Bitcoin Core fanno esattamente lo stesso