C’è una nuova inchiesta condotta da Preply, che normalmente si occupa di altro, e che però ci aiuta a capire di più il pubblico che si interessa di criptovalute, almeno negli Stati Uniti. Un’indagine che ha coinvolto 1.000 persone – forse non un campione eccellente, ma comunque sufficiente per discutere delle conclusioni raggiunte.
Il 60% degli investitori in criptovalute non conoscerebbe il funzionamento della blockchain e il 35% avrebbe ammesso di non ritenere le sue conoscenze adeguate. Una situazione che per molti sarà la conferma della natura completamente speculativa del mondo crypto, dove in troppi affermano di essere coinvolti per la tecnologia mentre, almeno secondo i detrattori, sarebbero più interessati (o unicamente interessati) agli eventuali guadagni.
Vediamo insieme che tipo di dati ha raccolto Preply e perché sono importanti per capire anche le future evoluzioni politiche di questo settore, in particolare dopo l’interessamento di Donald Trump per motivi elettorali.
Il 60% degli investitori crypto non ha idea di come funzioni la blockchain
Qualcuno riterrà questo numero assurdo – e segno di un pubblico, quello crypto, poco interessato alla tecnologia. Per altri invece il 40% che a qualche livello conosce la blockchain è troppo alto, dato che poi, scavando, viene fuori che in pochi conoscono a fondo i prodotti finanziari sui quali stanno investendo.
È questo comunque il risultato della recente indagine di Preply, che notoriamente si occupa di altro, e che però ha provato a sondare un terreno sempre più politico, e dunque sempre più interessante anche per la stampa generalista.
- Il 60% degli intervistati
È un 60% che investe in criptovalute ma che ammette di non avere quasi alcuna conoscenza della principale tecnologia sottostante. Ammissione di colpa, o comunque del fatto che ad attirare certi investimenti siano stati più i presunti ritorni, che la comprensione di una tecnologia che, almeno a livello tecnico, piace ai grandi.
- Il 35% è conscio di non saperne abbastanza
È questa è forse la situazione migliore in cui trovarsi. Quando si sa di non sapere, si è nello stato mentale corretto per cominciare a saperne di più.
Bitcoin, Ethereum, crypto e elezioni
C’è un altro fattore sul quale stiamo ragionando da tempo e che riguarda il recente coinvolgimento della politica USA – specie per scopi elettorali. È vero che gli investitori crypto e gli appassionati sono uno zoccolo duro capace di votare anche soltanto su questa questione – e di scegliere un candidato soltanto su queste basi. Tuttavia a vedere quali sono gli stati che cercano più insistentemente termini relativi alle crypto online, come rilevato ancora una volta dall’indagine di Preply, non è che saranno così decisivi, almeno per le presidenziali.
I tre stati maggiormente coinvolti sono infatti Florida, Washington e California, dove sarà difficile vedere dei cambi in termini di votazioni.
Lo stato di Washington è attualmente quello con il più lungo filotto da parte di candidati democratici. La California difficilmente voterà un candidato non democratico e per quanto riguarda la Florida, sembra estremamente difficile che non sia Trump a prevalere.
Quanto contano – ed è questa la domanda giusta da farsi in questo contesto – gli elettori crypto in un contesto del genere?